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COMMENTO BOND: Europa resta punto focale per investitori (Axa IM)
10/12/2025 17:45
COMMENTO BOND: Europa resta punto focale per investitori (Axa IM)
MILANO (MF-NW)--Il mercato Usa è stata una scelta naturale per gli investitori in periodi di volatilità, grazie alla sua capacità di fornire liquidità e ampie possibilità di investimento. Tuttavia, alla luce delle recenti turbolenze geopolitiche e dell'incertezza dei dati macroeconomici statunitensi, agli investitori è stato ricordato che potrebbe essere prudente cercare altre potenziali soluzioni "rifugio". Sebbene tali preoccupazioni si siano placate, le diverse situazioni economiche sulle due sponde dell'Atlantico fanno sì che l'Europa resti un punto focale per gli investitori. Questa visione positiva per il reddito fisso in euro va al di là dei solidi fondamentali societari e dei rendimenti interessanti, afferma Johann Plé, Senior Portfolio Manager di Axa IM. L'esperto sottolinea che i più recenti dati statunitensi si sono rivelati contrastanti, con un mercato del lavoro debole che ha spinto la Federal Reserve ad abbassare i tassi d'interesse. A ciò si aggiungono i timori relativi all'indipendenza della Fed, derivanti dalle forti pressioni esercitate dall'amministrazione Trump, e all'affidabilità dei dati, a seguito del licenziamento del direttore del Bureau of Labor Statistics dopo le revisioni al ribasso dei dati sull'occupazione nel corso dell'estate, che stanno aumentando l'incertezza. In ultima analisi, il blocco delle attività amministrative statunitensi ha impedito di conoscere i dati sull'occupazione non agricola e l'indice dei prezzi al consumo di ottobre, statistiche fondamentali non solo per gli Stati Uniti ma per tutti i mercati. Sebbene siano previsti ulteriori tagli dei tassi d'interesse nel corso del prossimo anno, un rimbalzo dell'inflazione o una crescita superiore alle attese potrebbero mettere in discussione tale percorso, avverte Plé. Questo a sua volta potrebbe potenzialmente determinare un aumento sia dei rendimenti sottostanti che degli spread, qualora il mercato fosse costretto a rivedere le proprie aspettative in materia di politica monetaria. Per l'esperto, invece, l'Europa rappresenta un caso a parte, poiché il mercato ha ormai escluso ampiamente ulteriori tagli dei tassi da parte della Banca centrale europea (Bce). Naturalmente, se la crescita dovesse subire un deterioramento significativo, qualsiasi repricing di mercato potrebbe spingere nuovamente al ribasso i rendimenti dell'Eurozona, anche se la politica monetaria rimanesse invariata. Se la crescita rallenta e l'inflazione rimane contenuta, i mercati potrebbero scontare scenari più favorevoli alla duration per il reddito fisso in euro, facendo salire i prezzi e appiattendo la curva in modi in grado di avvantaggiare le scadenze più lunghe o le obbligazioni governative e societarie in euro di alta qualità. In particolare, se gli spread creditizi dell'Eurozona restano ragionevolmente contratti sullo sfondo di timori per la crescita, Plé ritiene che l'investment grade europeo ed esposizioni selettive in euro a più elevato rendimento possano offrire un carry interessante con un rischio di credito gestibile. Da un punto di vista fiscale, conclude Plé, nessun Paese (dagli Stati Uniti al Giappone) è risparmiato dalla sua dose di guai. Nel complesso, vi è un generale malcontento per il modo in cui vengono gestite le finanze pubbliche. Il populismo e la frammentazione politica che ne consegue tendono a ostacolare i governi nell'adozione di decisioni difficili in materia di tasse e spesa pubblica, si vedano per esempio l'attuale situazione in Francia e nel Regno Unito. La variante statunitense del populismo è riuscita a plasmare la politica fiscale a favore dei contribuenti con redditi più elevati e di un aumento del deficit. Tuttavia, l'Europa non è costituita da un solo Paese. Perciò, mentre per la Francia potrebbe verificarsi una situazione di stallo, la Germania si trova in realtà in una posizione molto favorevole per permettersi una spesa fiscale aggiuntiva. In effetti, la curva dei Bund resta stabile e gli aumenti nella politica fiscale tedesca stanno già iniziando a manifestarsi. Ciò, a sua volta, fornisce un sostegno supplementare alle imprese europee. E ci sono altri Paesi, come la Spagna o il Portogallo, che negli ultimi dieci anni hanno compiuto sforzi significativi che dovrebbero renderli relativamente immuni al deterioramento della crescita. L'Italia, ad esempio, ha annunciato di recente che raggiungerà l'obiettivo di deficit del 3%. alb alberto.chimenti@mfnewswires.it (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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Argento: oltre 61 dollari l'oncia, le ragioni dietro il nuovo record
10/12/2025 17:41
Argento: oltre 61 dollari l'oncia, le ragioni dietro il nuovo record
MILANO (MF-NW)--L'argento ruba la scena all'oro e fa la parte del leone. Mentre il prezzo del metallo giallo scende in attesa del taglio, scontato, di 25 punti base dei tassi di interesse da parte della Fed, il metallo bianco estende il suo rally (+112% dall'inizio del 2025) raggiungendo nuovi massimi. L'oro spot cala dello 0,06% a 4.200 dollari l'oncia, invece l'argento spot sale dell'1,21% a 60,92 dollari l'oncia dopo aver toccato un nuovo record assoluto a 61,6144 dollari all'inizio della seduta, sostenuto dall'aumento della domanda industriale, dal calo delle scorte e dalla sua designazione come minerale critico da parte degli Stati Uniti. Lo scorso 17 ottobre aveva raggiunto un massimo storico a 54,48 dollari l'oncia, superando il precedente di 49,45 dollari di 45 anni prima, il 18 gennaio del 1980. Così l'argento si avvicina al target di BofA entro il 2026 a 65 dollari l'oncia. "Il metallo prezioso ha superato la soglia di 60 dollari l'oncia, attirando sul mercato più speculatori e seguaci del trend nel breve termine. Questo riflette anche la narrativa della scarsità fisica nel mercato dell'argento", ha sottolineato Carsten Menke, analista di Julius Baer. Arriva, infatti, in un momento in cui l'offerta mineraria si indebolisce, a seguito di un deludente ciclo di investimenti nel settore. CARENZA D'ARGENTO Esiste una scarsità strutturale di argento. Le scorte del metallo bianco sono usate più velocemente di quanto vengano rifornite tramite l'estrazione mineraria o il riciclo. Ciò è dovuto al suo impiego industriale, osserva Ned Naylor-Leyland, gestore del Jupiter Gold & Silver Fund. Oltre a essere usato come riserva di valore di valore monetario, l'argento ha un corso reale come metallo industriale, grazie alle sue proprietà come l'alta conducibilità elettrica superiore a qualsiasi altro elemento e al fatto che è un eccellente catalizzatore per le reazioni chimiche. Oltre il 60% dell'offerta di argento è assorbita dall'impiego industriale. L'argento è presente praticamente in qualsiasi dispositivo elettronico, dai pannelli solari ai purificatori d'acqua, dai touch screen e smartphone ai veicoli elettrici, semiconduttori e sistemi radar. Secondo i dati del Silver Institute, la domanda industriale di argento è cresciuta del 4% nel 2024 fino a 680,5 milioni di once, raggiungendo così un massimo storico per il quarto anno consecutivo; inoltre, l'anno scorso la domanda di argento ha superato l'offerta, anche in questo caso per il quarto anno consecutivo. "Riteniamo che la carenza di argento sarà gestibile fino ad un certo punto. A differenza dell'oro, non esistono scorte strategiche", precisa Ned Naylor-Leyland. Anche per Matt Lodge, Commodities Investment Strategist di Global X, "tra i beneficiari più evidenti di questa accelerazione strutturale degli investimenti troviamo rame e argento, metalli che hanno davanti fondamentali di offerta in irrigidimento, mentre le prospettive di domanda appaiono sempre più robuste. L'argento è atteso al suo quinto deficit annuale consecutivo nel 2025, trainato da una domanda industriale sostenuta e flussi verso gli Etf. Il rame, nel frattempo, dovrebbe passare da surplus a deficit nel 2026, almeno a livello di materiale raffinato". PERCHÉ IL TREND PER L'ARGENTO RESTA RIALZISTA E se ciò che muoverà l'oro non è il taglio in sé dei tassi Usa, ma più che altro le indicazioni per il futuro (i rendimenti più alti dei Treasury Usa con il 10 anni al 4,20% stanno esercitando pressioni sul lingotto in questo momento), nelle ultime settimane la domanda di oro da parte degli investitori non è stata così forte come per l'argento. Detto questo, qualsiasi correzione dell'oro potrebbe portare a una maggior volatilità dell'argento, ha avvertito Carolane de Palmas, analista di ActivTrades. Tassi più bassi tendono a favorire asset privi di rendimento come l'oro. Tanto che Rbc Capital Markets ha alzato le sue previsioni a lungo termine per il prezzo dell'oro, stimando una media di 4.600 dollari l'oncia nel 2026 e di 5.100 dollari nel 2027 alla luce dei rischi geopolitici, delle politiche monetarie più accomodanti e dei deficit di bilancio persistenti. Certo, le aspettative per tassi Fed in ribasso aiutano, 2ma di fatto lo slancio arriva anche da ragioni strutturali, con una domanda in crescita e nettamente superiore all'offerta. Ecco, quindi, che ci proiettiamo verso un nuovo anno di deficit strutturale", spiega Carlo Alberto De Casa, analista di Swissquote. Uno scenario che, grazie alla forte domanda industriale, "potrebbe durare nei prossimi anni grazie alla domanda in arrivo da pannelli fotovoltaici, auto elettriche e tecnologie varie". Lato tecnico, conclude De Casa, "il trend è ancora nettamente rialzista, con l'argento che naviga in prezzi sin qui inesplorati". fra (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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*BOND: spread Btp/Bund chiude sotto 70 punti base a 69,77 pb
10/12/2025 17:33
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MARKET DRIVER: Danieli, B.Akros conferma accumulate
10/12/2025 17:12
MARKET DRIVER: Danieli, B.Akros conferma accumulate
MILANO (MF-NW)--Banca Akros conferma la raccomandazione accumulate e il prezzo obiettivo a 53 euro su Danieli dopo il nuovo ordine dal Giappone per la sostituzione di un forno arco elettrico. "Questo progetto rafforza il libro ordini e conferma la posizione di mercato leader di Danieli per gli impianti green a basse emissioni per modernizzare l'industria dell'acciaio", commentano gli analisti. pl paola.longo@mfnewswires.it (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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COMMENTO ENERGY: petrolio in calo nonostante riduzione scorte Usa
10/12/2025 17:07
COMMENTO ENERGY: petrolio in calo nonostante riduzione scorte Usa
MILANO (MF-NW)--I prezzi del petrolio trattano in calo, con il Brent che scende dello 0,86% e il Wti dello 0,89%. Le scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti, incluse quelle della Riserva Strategica di Petrolio (Strategic Petroleum Reserve, Spr), sono diminuite di 1,6 milioni di barili nella settimana conclusa il 5 dicembre, dopo un aumento di 800.000 barili nella settimana precedente. Escludendo le scorte nella Spr, quelle commerciali di greggio sono calate di 1,8 milioni di barili, dopo un incremento di 600.000 barili nella settimana precedente, un calo più marcato rispetto alla diminuzione di 1,3 milioni di barili prevista dagli economisti. Le scorte nella Spr sono aumentate di 200.000 barili nella settimana, dopo un incremento di 300.000 barili registrato la settimana precedente. Nel complesso, le scorte totali di greggio sono diminuite dello 0,2% rispetto alla settimana precedente, ma risultano ancora superiori del 2,8% su base annua. Le scorte di petrolio greggio sono circa il 4% inferiori alla media quinquennale per questo periodo dell'anno. Le scorte di benzina sono balzate di 6,4 milioni di barili, ben al di sopra dell'aumento atteso di 2 milioni di barili. Sono poi cresciute del 3% rispetto alla settimana precedente e dello 0,5% rispetto a un anno prima. Le scorte di distillati sono aumentate di 2,5 milioni di barili nella settimana, a fronte di un incremento atteso di 1,2 milioni di barili. Sono poi cresciute del 2,2% rispetto alla settimana precedente, ma restano inferiori del 3,7% rispetto alla stessa settimana dell'anno scorso. Le raffinerie hanno operato al 94,5% della loro capacità, in aumento rispetto al 94,1% della settimana precedente. alb alberto.chimenti@mfnewswires.it (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)