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MARKET DRIVER: Garofalo, deal strategico nel Lazio (Equita)
21/07/2025 09:22
MARKET DRIVER: Garofalo, deal strategico nel Lazio (Equita)
MILANO (MF-NW)--Garofalo Health Care +1,2% a 5,08 euro. La società ha acquisito Casa di Cura di Roma, struttura polispecialistica per acuti accreditata con il Servizio Sanitario nazionale. Con l'acquisizione di Città di Roma, commentano gli analisti di Equita Sim (rating buy, prezzo obiettivo a 6,5 euro), il gruppo "può completare l'importante piano di riorganizzazione delle proprie attività nel Lazio (che include la creazione del nuovo Centro Cuore), con il deal che a regime (in due anni dal closing) è atteso portare un contributo addizionale di 3 mln euro di Ebitda (circa il 4% dell'Ebitda di Garofalo nel 2024). Il prezzo di acquisizione si basa su una valutazione Ev di 20,7 mln (equity pari a 15,2 mln) con un multiplo implicito a regime (stimiamo nel 2027) di circa 6,5 volte l'Ev/Ebitda. Il deal include l'asset real estate che, da quanto indicato dalla ceo di Garofalo, avrebbe un valore superiore al valore pagato per l'intera società. Il deal è finanziato da mezzi propri e da debito. Pensiamo che il closing dell'operazione possa avvenire verso la fine dell'anno". Gli esperti stimano "preliminarmente dal deal un contributo a bassa singola cifra" percentuale "sull'Ebitda 2026/2027 con Eps accretion a bassa singola cifra dal 2027 (sostanzialmente neutrale sul 2026)". Nel complesso, "si tratta di un deal di piccola dimensione per il gruppo ma a nostro avviso strategico in quanto: con tre strutture di dimensioni rilevanti (Aurelia Hospital, European Hospital e Città di Roma) Garofalo può riallocare la propria offerta sanitaria evitando duplicazioni e inefficienze lato costi e focalizzando ogni struttura su ambiti sanitari distinti e univoci; permette di accelerare il percorso di riorganizzazione e creazione di valore delle attività nel Lazio che sono attese portare nei prossimi 3 anni oltre 12 mln di Ebitda aggiuntivo (circa 15% dell'Ebitda 2024) - da 6 mln del 2024 a 18 mln del 2028 di cui 15 mln gruppo Aurelia (incluso Centro Cuore) e 3 mln città di Roma. Con questo deal, la delivery sui target di ristrutturazione e rilancio del perimetro laziale diventa ancora più determinante per l'equity story della società essendo il primo driver di crescita nei prossimi anni", conclude Equita Sim.
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Fed: Trump cerca presidente-ombra, ecco i candidati (Mi.Fi.)
21/07/2025 09:15
Fed: Trump cerca presidente-ombra, ecco i candidati (Mi.Fi.)
ROMA (MF-NW)--"Never say never", dicono gli americani. Ovvero nulla è da escludere. Per ora, dopo una settimana di voci, smentite, turbolenze sul mercato del reddito fisso e sul fronte politico e su quello delle banche, il chairman della Fed Jerome Powell resta al suo posto con un mandato in scadenza nel maggio del prossimo anno. Donald Trump - che lo aveva nominato nel suo incarico durante il suo primo mandato presidenziale - non lo licenzierà, anche perché non può senza l'equivalente di una "giusta causa" che non riguardi la politica monetaria ma l'operato del chairman sul piano gestionale e operativo alla banca centrale, come richiede una legge del 1935 e come confermato dalla Corte Suprema americana nei mesi scorsi. E anche perché le forti, ripetute e pesanti critiche a Powell hanno generato un effetto che il presidente americano non può trascurare: una diffusa levata di scudi a difesa dell'indipendenza della Fed e dell'operato di Powell.
Lo scenario di una "giusta causa" legata ai costi dei lavori di ristrutturazione - da 2 miliardi di dollari - della sede della banca centrale americana a pochi passi dalla Casa Bianca, è circolato ma non sembra davvero rilevante per la vicenda in corso. Così come pochi scommettono che sia Powell stesso a dimettersi per le pressioni sul suo operato.
Ma sui nomi dei possibili successori pesano altri elementi. Trump, che spesso ha fatto nomine inaspettate, non cerca solo un chairman della Fed vicino alle sue posizioni (Powell è sempre stato repubblicano) ma qualcuno che sia oggi favorevole a un taglio drastico dei tassi Usa. E al tempo stesso che accetti l'idea di una banca centrale meno indipendente dalla Casa Bianca di quanto non lo sia da decine di anni.
Il più gettonato fra i potenziali successori è l'attuale direttore del National Economic Council, Kevin Hassett, che vanta stretti rapporti con Trump e ha lavorato in passato alla Fed, mentre sono in leggero calo le quotazioni di Kevin Warsh, che in passato è stato membro del consiglio monetario della Fed ed era in lizza per l'incarico già quando venne nominato Powell. Warsh, oggi alla Hoover Institution, promette una sostanziale riforma della banca centrale.
Un altro nome che circola - ma sicuramente meno gettonato - è quello di David Malpass, ex presidente della Banca Mondiale e prima sottosegretario al Tesoro, molto vicino a Trump e ben conosciuto a Wall Street dove era chief economist di Bear Stearns.
Ethan Harris, ex capo economista di BofA Merrill Lynch, ritiene probabile che Trump nomini un "chairman ombra", che trasformi il restante mandato di Powell in una "anatra zoppa", ovvero con le mani legate: questo forzerebbe "il nuovo chairman a impegnarsi in anticipo a ripetuti tagli dei tassi di interesse". Per Harris, autore di libri fondamentali su Alan Greenspan e Ben Bernanke, due dei quattro candidati citati più di frequente - Cindy Bowman e soprattutto Christopher Waller che siedono oggi nel consiglio della Fed e sono stati nominati da Trump - "non hanno grandi probabilità perché Trump (giustamente!) sarebbe preoccupato di un replay di Powell, con un nuovo chairman più fedele all'istituzione che al presidente" americano. Harris ritiene che Hassett abbia le maggiori possibilità, e che possa essere lui il "chairman ombra" che si impegni di fatto a ripetuti tagli dei tassi. Ma in quel caso, il risultato sarebbe una "Fed divisa con il (nuovo) chairman in minoranza".
A questo si aggiungono altri e più estremi scenari: quello di un doppio incarico per Scott Bessent, che sarebbe così segretario al Tesoro e chairman della Fed, o addirittura quello che Bessent opti per la Fed e lasci l'incarico al Tesoro. Queste sono ipotesi assai improbabili perché il doppio incarico sul fronte economico non avviene da decine di anni e segnalerebbe la fine dell'indipendenza della Fed dal potere politico, e perché Bessent è uno dei pilastri dell'attuale amministrazione e ha dichiarato pubblicamente di non essere interessato a un altro incarico.
Resta quindi lo scenario di un commissariamento de facto di Powell con la nomina anticipata del suo successore ben prima del maggio '26. Su questo, suggerisce l'analista di un grosso hedge fund newyorkese, pesa lo scenario di un consiglio della Fed schierato a difesa del chairman uscente e pronto a frenare un nuovo chairman in pectore. (milanofinanza.it)
red/pev
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MF ANALISI: perché la tassa svizzera sulle successioni può agevolare l'Italia
21/07/2025 09:13
MF ANALISI: perché la tassa svizzera sulle successioni può agevolare l'Italia
Di Stefano Loconte e Gloriana Gambini (Loconte & Partners)
ROMA (MF-NW)--Il 30 novembre la Svizzera sarà chiamata a votare su una proposta che potrebbe cambiare profondamente la sua attrattività fiscale: l'introduzione di un'imposta federale del 50% su eredità e donazioni superiori ai 50 milioni di franchi svizzeri, senza esenzione per coniuge e discendenti diretti. Nonostante sia improbabile che il referendum, promosso su iniziativa dei Giovani Socialisti, veda i favorevoli prevalere, il solo fatto che il tema sia arrivato al voto popolare ha avuto un effetto immediato: alcuni tra i titolari di grandi patrimoni hanno già spostato la residenza fiscale in altri Paesi, non tanto per la probabilità che la nuova imposta diventi operativa, quanto per l'incertezza generata dall'iniziativa. Un vero e proprio "danno reputazionale" per lo Stato elvetico: un indebolimento silenzioso della fiducia che per decenni lo ha reso uno dei principali rifugi per la ricchezza mondiale.
In questo contesto, l'Italia si trova in una posizione di indubbio vantaggio competitivo. Il nostro sistema fiscale non sfigura nel confronto internazionale e anzi si rivela particolarmente vantaggioso dal momento che il prelievo italiano su eredità e donazioni è tra i più miti d'Europa. Le aliquote variano dal 4% per i trasferimenti a favore del coniuge (e parte dell'unione civile) e parenti in linea retta (figli, nipoti e genitori), al 6% per fratelli, sorelle e altri parenti fino al quarto grado e affini fino a terzo, all'8% per tutti gli altri soggetti. Ma è il sistema delle franchigie, piuttosto generose, a rendere ancora di più il nostro sistema un "paradiso fiscale": un milione di euro ciascuno per il coniuge, discendenti e ascendenti, centomila euro per fratelli e sorelle, parenti fino al quarto grado e affini fino al terzo, mentre per gli altri soggetti non è prevista franchigia. Di fatto, la stragrande maggioranza delle successioni italiane è quindi al di sotto delle soglie di esenzione. Il tutto senza considerare la norme di esenzione o di agevolazione (titoli di Stato, partecipazioni societarie di controllo, beni culturali).
Un rapido confronto con altri Paesi europei rende quanto detto sin qui ancora più evidente. In Germania, l'aliquota può variare dal 7% fino al 50%, con soglie di esenzione variabili per grado di parentela ma comunque più basse che in Italia. In Francia il coniuge superstite è esente, mentre per i discendenti le aliquote possono variare dal 5% al 45%, con una franchigia per figli e nipoti di soli 100.000 euro. Nel Regno Unito si arriva al 40% oltre le 325.000 sterline. Negli Stati Uniti, la federal estate tax si applica con un'aliquota del 40% oltre i 13,6 milioni di dollari.Un'ulteriore ragione che rende attrattiva l'Italia per gli stranieri più facoltosi è rappresentata dal regime agevolato per i nuovi residenti, introdotto nel 2017 con l'articolo 24-bis del Tuir. I cosiddetti "residenti non domiciliati" possono optare, quando soddisfano determinati requisiti, per il pagamento di un'imposta forfettaria di 200.000 euro l'anno su tutti i redditi di fonte estera, ma non solo: la disciplina prevede che per le successioni aperte e per le donazioni effettuate nei periodi di validità dell'opzione, l'imposta sulle successioni e donazioni è dovuta dai beneficiari limitatamente ai beni e ai diritti situati nel territorio dello Stato italiano, con esenzione totale per il patrimonio detenuto all'estero. Questo regime sta calamitando in Italia imprenditori, manager e professionisti di alto profilo, contribuendo a rafforzare l'immagine del nostro Paese, finalmente capace di offrire soluzioni fiscali stabili e competitive. Un altro aspetto poco noto riguarda la possibilità, per chi non ha eredi o altri soggetti di fiducia a cui destinare i propri beni e diritti, di disporne liberamente a favore di enti senza scopo di lucro. In assenza di eredi legittimari quindi, e non volendo beneficiare altri parenti, il patrimonio potrà essere devoluto a fondazioni e associazioni riconosciute in esenzione da imposte sulle successioni e donazioni, contribuendo a sostenere cause sociali o culturali. Una scelta che unisce generosità e pianificazione. Infine, va considerata la crescente diffusione delle fondazioni che offrono la possibilità di preservare e dare continuità al proprio patrimonio, destinandolo a finalità sociali, culturali e solidaristiche.Indipendentemente dal risultato, il referendum svizzero ha già inciso sulla percezione internazionale della Confederazione come rifugio fiscale stabile. In questo scenario fluido, l'Italia rivela la sua attrattività proprio grazie alla combinazione di aliquote moderate, incentivi intelligenti e una normativa che, se mantenuta stabile, può offrire sicurezza e convenienza. (milanofinanza.it)
red/pev
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MARKET DRIVER: ecco titoli più esposti a 'Made for Germany' (Equita)
21/07/2025 09:07
MARKET DRIVER: ecco titoli più esposti a 'Made for Germany' (Equita)
MILANO (MF-NW)--Focus di Equita Sim sull'iniziativa 'Made for Germany'. Secondo la stampa, segnalano gli analisti, "un consorzio di 61 grandi aziende e investitori, tra cui Deutsche Bank, Siemens, Bmw, Volkswagen, Sap e Rwe ha annunciato l'intenzione di investire fino a 631 mld euro in Germania entro il 2028, di cui circa 300 mld domestici (pari al 6-7% del Pil). L'iniziativa 'Made for Germany', presentata oggi alla Cancelleria federale, punta a rilanciare la competitività tedesca attraverso un nuovo dialogo pubblico-privato. Indiscrezioni sull'iniziativa erano già emerse nelle scorse settimane. Le risorse", prosegue Equita, "includono investimenti già pianificati e nuovi investimenti (per una parte stimata di almeno 100 mld), spese R&D e contributi da investitori internazionali esteri. Le aziende chiedono, in cambio, riforme su burocrazia, flessibilità del lavoro e un ambiente fiscale più attrattivo, in aggiunta ai 46 mld di sgravi già previsti. Si tratta di un ulteriore segnale di fiducia e potenziale punto di svolta per il ciclo tedesco, con impatti settoriali attesi su industriali, chimica, meccanica, difesa, auto, tecnologia green/reti e mid/small-cap. La spinta agli investimenti da parte del governo tedesco e dei privati", commentano gli analisti, "rappresenta un driver chiave per il recupero della crescita economica in Germania ed Europa a partire dal 2026. Tra i titoli italiani più esposti: Buzzi (18% del fatturato in Germania), Webuild, Danieli, Ariston H. (20% del fatturato), Reply (20% del fatturato), Carel (12% del fatturato), De' Longhi (12% del fatturato), Unicredit (20% dell'utile pre-tasse), Wiit (oltre 50% dell'Ebitda)".
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MARKET DRIVER: Covivio, Jefferies conferma buy
21/07/2025 09:06
MARKET DRIVER: Covivio, Jefferies conferma buy
MILANO (MF-NW)--Jefferies conferma il giudizio buy e il prezzo obiettivo di 62 euro su Covivio. I numeri del primo semestre sono definiti "solidi", con un +4,9% a perimetro costante a livello di crescita degli affitti e con utile netto ricorrente in aumento del 14% su base annua a quota 263,2 milioni di euro (ovvero +6% a 2,38 euro per azione). La guidance 2025 è stata rivista al rialzo del 4% a livello di utile netto ricorrente a "circa 515 milioni di euro" dai precedenti 495 mln, ovvero +8% anno su anno e +4% a livello di utile netto ricorrente per azione.
bon
(fine)
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