WALL STREET: commento di metà seduta
21/07/2025 18:32
WALL STREET: commento di metà seduta
MILANO (MF-NW)--I listini azionari americani trattano in rialzo a metà seduta, sostenuti dall'ottimismo per la stagione delle trimestrali. Il Dow Jones sale dello 0,50%, l'S&P 500 dello 0,51% e il Nasdaq 100 dello 0,57%. Il mercato arriva da una settimana positiva per l'S&P 500 e il Nasdaq, con entrambi gli indici che si trovano ora su nuovi massimi storici.
Sul fronte dazi, il segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato che l'introduzione di tariffe elevate a partire dal 1* agosto "eserciterà maggiore pressione su quei paesi affinché raggiungano accordi migliori". Le dichiarazioni di Bessent sembrano suggerire che egli consideri la data del 1* agosto non tanto come una scadenza fissa per la firma di accordi, quanto come un'ulteriore tattica negoziale per spingere i Paesi interessati ad accettare condizioni favorevoli agli Stati Uniti. Durante un'intervista alla Cnbc, Bessent è stato interrogato sulla possibilità di una proroga dei dazi. "Vedremo cosa deciderà il presidente Trump", ha risposto.
Nel frattempo, la stagione delle trimestrali ha registrato un avvio solido. Secondo i dati FactSet, l'86% delle 59 società dell'S&P 500 che hanno già pubblicato i conti ha battuto le attese. Questa settimana riflettori puntati su Alphabet e Tesla, le prime delle "Magnifiche Sette" a presentare i risultati. Secondo John Butters (FactSet), le big tech dovrebbero registrare una crescita media degli utili del 14% nel secondo trimestre, contro il +3,4% previsto per le restanti 493 società dell'S&P 500.
"Ci aspettiamo che da adesso fino alla fine dell'anno la volatilità continuerà, poiché la situazione dei dazi non è ancora risolta, le tensioni geopolitiche sono attualmente elevate, c'è una persistente incertezza sulla situazione fiscale Usa e ci sono dubbi sulla misura in cui l'economia statunitense potrebbe rallentare", ha affermato Jason Moshos, portfolio manager dell'Hsbc Gif Ultra Short Duration Bond.
Tra le notizie societarie:
- Verizon Communications guadagna il 4,7% dopo che la società ha pubblicato conti migliori delle attese e alzato le stime per l'intero anno. Nel dettaglio, il colosso della telefonia ha contabilizzato un utile netto di 5,1 miliardi di dollari, in aumento del 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre il fatturato operativo ha visto un incremento del 5,2% a 34,5 miliardi di dollari, battendo i 33,74 mld attesi dagli analisti contattati da FactSet.
- Block balza del 7,3% in vista dell'ingresso ufficiale nell'indice S&P 500 prima dell'apertura delle contrattazioni del 23 luglio. La società fintech sostituirà Hess, che è stata acquisita da Chevron.
- Trump Media avanza del 3% dopo che la società ha annunciato di aver accumulato circa 2 miliardi di dollari in Bitcoin e titoli correlati alla criptovaluta.
- Airbnb perde lo 0,8% dopo che l'azienda è finita nel mirino della procura di Los Angeles per presunti rincari illegittimi durante gli incendi che a gennaio hanno colpito il Sud della California
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FOCUS: impatto dazi Usa al 30% potrebbe costare l'1% del Pil Ue (Allianz GI)
21/07/2025 18:31
FOCUS: impatto dazi Usa al 30% potrebbe costare l'1% del Pil Ue (Allianz GI)
MILANO (MF-NW)--La minaccia dell'amministrazione Trump di introdurre dazi del 30% sulle importazioni dall'Unione europea torna a scuotere i mercati. "Si tratta di uno dei rapporti commerciali bilaterali più grandi al mondo e la nuova escalation rischia di danneggiare seriamente l'economia europea", afferma Christian Schulz, chief economist di Allianz Global Investors.
Il rischio di un impatto negativo sull'export europeo è concreto: secondo le stime di Allianz GI, le esportazioni Ue colpite dai dazi rappresentano circa il 2,6% del Pil del blocco (dato 2023), con punte del 3,1% per la Germania e del 2,8% per l'Italia. Nel caso in cui l'aliquota del 30% entrasse pienamente in vigore e senza una risposta significativa da Bruxelles, l'impatto sulla crescita europea potrebbe arrivare all'1% di Pil in pochi anni, o addirittura raddoppiare includendo effetti indiretti come l'apprezzamento dell'euro e il rallentamento della domanda globale.
Negli Stati Uniti, il rincaro dei beni importati potrebbe alimentare l'inflazione fino a 3 punti percentuali, soprattutto a partire dall'autunno, una volta esaurite le scorte. Se da un lato l'effetto sui prezzi crea pressioni sulla Fed, dall'altro le entrate fiscali derivanti dai dazi - fino a 900 miliardi di dollari nel caso teorico più estremo - potrebbero alleviare i timori sulla sostenibilità del debito.
"Il nostro scenario di base resta quello di un accordo negoziato, con un ridimensionamento dei dazi e possibili concessioni da parte dell'Ue", prosegue Schulz. "Ma gli investitori non dovrebbero sottovalutare il rischio di una fase di aggiustamento prima che ciò avvenga, come già visto con il 'Liberation Day' di aprile". In caso di escalation, l'Europa potrebbe rispondere con stimoli fiscali e una Bce ancora più dovish, ma la volatilità rimarrebbe elevata. Per Allianz GI, la prudenza resta d'obbligo: "Con l'Unione europea e altri partner commerciali nel mirino, gli investitori dovrebbero adottare un approccio più flessibile, non troppo concentrato su un solo Paese o asset class"
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