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MARKET DRIVER: dazi su pharma meno destabilizzanti di altri (Candriam)
29/07/2025 09:22
MARKET DRIVER: dazi su pharma meno destabilizzanti di altri (Candriam)
MILANO (MF-NW)--L'accordo commerciale stretto tra Ue e Usa solleva molti dubbi, incluso l'impatto sul settore farmaceutico. Secondo gli esperti di Candriam, questo sarà limitato: molte case farmaceutiche hanno già aumentato preventivamente le scorte negli Stati Uniti per proteggersi da interruzioni a breve termine mentre, in un orizzonte di medio-lungo periodo, il settore ha risposto annunciando oltre 200 miliardi di dollari di investimenti per espandere la capacità produttiva negli Stati Uniti. In altre parole, Servaas Michielssens, head of Healthcare, Thematic Global Equity di Candriam ritiene che i dazi sui prodotti farmaceutici potrebbero non essere così destabilizzanti come quelli applicati ad altri settori. "Grazie agli elevati margini lordi, le aziende farmaceutiche sono in grado di assorbire aumenti modesti dei costi. Tuttavia, la complessità risiede nel transfer pricing: molte aziende attribuiscono un valore interno elevato ai farmaci prodotti all'estero, in parte a causa della proprietà intellettuale associata ad essi. Questa pratica trasferisce i profitti, e quindi le imposte, verso giurisdizioni con una fiscalità più favorevole. Se i dazi venissero applicati, questo approccio contabile sarebbe probabilmente oggetto di un attento esame". Ad oggi, l'impatto dei dazi può essere assorbito, ma Candriam rimane in attesa di ulteriori dettagli sull'esatta attuazione. "Nel complesso, la direzione è chiara: maggiore controllo degli Stati Uniti sulla catena di approvvigionamento farmaceutica, aumento del gettito fiscale e possibilità di ricorrere a ulteriori dazi ai sensi della sezione 232 come leva nelle discussioni sui prezzi dei farmaci", conclude Michielssens.
bon
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India: supera Cina in export smartphone verso Usa, produzione decolla del 240%
29/07/2025 09:22
India: supera Cina in export smartphone verso Usa, produzione decolla del 240%
MILANO (MF-NW)--L'India ha superato la Cina diventando il principale esportatore di smartphone verso gli Stati Uniti, secondo la società di ricerca Canalys, riflettendo lo spostamento della catena di approvvigionamento manifatturiera lontano da Pechino a causa dell'incertezza legata ai dazi.
Gli smartphone assemblati in India hanno rappresentato il 44% delle importazioni statunitensi di tali dispositivi nel secondo trimestre, un aumento significativo rispetto al solo 13% dello stesso periodo dell'anno scorso. Il volume totale di smartphone prodotti in India è aumentato del 240% rispetto all'anno precedente, sottolinea Canalys.
Al contrario, la quota degli smartphone cinesi esportati negli Stati Uniti è diminuita al 25% nel trimestre terminato a giugno, rispetto al 61% di un anno fa, secondo i dati di Canalys. Anche la quota del Vietnam nelle esportazioni di smartphone verso gli Stati Uniti ha superato quella della Cina, attestandosi al 30%.
Il boom delle spedizioni dall'India è stato guidato principalmente dalla rapida transizione di Apple verso il Paese in un momento di crescente incertezza commerciale tra Stati Uniti e Cina, spiega Sanyam Chaurasia, analista principale di Canalys. È la prima volta che l'India esporta più smartphone negli Stati Uniti rispetto alla Cina. Apple ha accelerato i suoi piani per produrre la maggior parte degli iPhone destinati al mercato statunitense nelle fabbriche indiane già nel corso di quest'anno, con l'obiettivo di fabbricare circa un quarto di tutti gli iPhone nel Paese entro i prossimi anni. Il presidente Usa, Donald Trump, ha minacciato Apple con ulteriori dazi e ha esortato l'amministratore delegato Tim Cook a produrre gli iPhone sul suolo americano, una mossa che secondo gli esperti sarebbe quasi impossibile da attuare, in quanto comporterebbe un aumento significativo dei prezzi degli iPhone. Sebbene molti dei prodotti principali di Apple, compresi i MacBook e gli iPhone, abbiano ricevuto esenzioni dai "dazi reciproci" imposti da Trump, le autorità hanno avvertito che si potrebbe trattare solo di una sospensione temporanea.
I concorrenti globali di Apple, Samsung Electronics e Motorola, stanno anch'essi cercando di spostare l'assemblaggio degli smartphone destinati al mercato Usa verso l'India, anche se, secondo Canalys, il loro spostamento è stato finora più lento e su scala più ridotta rispetto a quello di Apple.
Molti produttori globali stanno poi trasferendo sempre più la fase finale dell'assemblaggio in India, destinando una quota maggiore della capacità produttiva al Paese sudasiatico per servire il mercato statunitense, sottolinea Renauld Anjoran, ceo di Agilian Technology, azienda manifatturiera di elettronica con sede in Cina. La società, con sede nel Guangdong, sta attualmente ristrutturando uno stabilimento in India con l'intenzione di trasferire lì parte della produzione. "Il piano per l'India sta andando avanti più velocemente possibile", afferma Anjoran. L'azienda prevede di avviare test a breve, prima di passare alla produzione su larga scala.
Sebbene le spedizioni, che rappresentano il numero di dispositivi inviati ai rivenditori, non corrispondano necessariamente alle vendite finali, esse rappresentano comunque un indicatore della domanda di mercato. Nel complesso, le spedizioni di iPhone sono calate dell'11% su base annua a 13,3 milioni di unità nel secondo trimestre, invertendo la crescita del 25% registrata nel trimestre precedente, secondo Canalys. Le azioni di Apple sono scese del 14% dall'inizio dell'anno, in parte a causa delle preoccupazioni legate alla forte esposizione dell'azienda all'incertezza tariffaria e all'intensificarsi della concorrenza nei settori degli smartphone e dell'intelligenza artificiale. Sebbene la società abbia iniziato ad assemblare i modelli iPhone 16 Pro in India, secondo Canalys, continua a fare forte affidamento sull'infrastruttura produttiva più avanzata della Cina per soddisfare la domanda statunitense del suo modello di fascia alta. Ad aprile, Trump ha imposto un dazio del 26% sulle importazioni dall'India, un livello comunque molto inferiore rispetto ai dazi a tre cifre imposti alla Cina nello stesso periodo, prima di sospendere temporaneamente tali tariffe con scadenza fissata al 1º agosto.
alb
alberto.chimenti@mfnewswires.it
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MARKET DRIVER: Eurogroup L., Kepler Cheuvreux alza Tp
29/07/2025 09:20
MARKET DRIVER: Eurogroup L., Kepler Cheuvreux alza Tp
MILANO (MF-NW)--Kepler Cheuvreux ha alzato da 2,7 a 3,85 euro il prezzo obiettivo su Eurogroup L. (+0,06% a 3,558 euro), confermando la raccomandazione hold, dopo che Ems, azionista di maggioranza, e Ferrum Investment, veicolo d'investimento di nuova costituzione posseduto da fondi gestiti da FountainVest, hanno sottoscritto un contratto di compravendita di azioni per il trasferimento di una partecipazione pari al 45,7% del capitale sociale di EuroGroup Laminations (Egla). L'operazione avviene a un prezzo di 3,85 euro per azione e allo stesso prezzo verrà lanciata un'opa sulla quota restante. "Il nostro target price a 3,85 euro è in linea con il prezzo di transazione proposto. Il via libera di Golden Power è una condizione sospensiva per la finalizzazione della transazione", spiegano gli analisti.
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Spagna: +0,7% t/t Pil 2° trim preliminare (+2,8% a/a)
29/07/2025 09:16
Spagna: +0,7% t/t Pil 2° trim preliminare (+2,8% a/a)
MILANO (MF-NW)--La crescita del Pil della Spagna è accelerata allo 0,7% nel secondo trimestre, rispetto al +0,6% t/t registrato nei tre mesi precedenti, secondo i dati preliminari delll'Istituto Nazionale di Statistica.
La lettura ha battuto il consenso degli economisti che si aspettavano un incremento dello 0,6% t/t. Su base annua, la crescita del Pil si è attestata al 2,8% per il secondo mese consecutivo, superando anche in questo caso le previsioni del mercato, che indicavano un aumento del 2,5%.
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MARKET DRIVER: Stellantis -2,8%, indicazioni meno ottimistiche su 2* sem.
29/07/2025 09:16
MARKET DRIVER: Stellantis -2,8%, indicazioni meno ottimistiche su 2* sem.
MILANO (MF-NW)--Stellantis -2,78% a 8,044 euro. "Indicazioni qualitative sul secondo semestre meno ottimistiche delle attese, soprattutto il free cash flow", sintetizzano gli analisti di Equita Sim, che sul titolo hanno una raccomandazione hold e un prezzo obiettivo a 10 euro.
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paola.longo@mfnewswires.it
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