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COMMENTO ENERGY: Cina ha importato più petrolio da A.Saudita e Iran che da Russia a novembre
09/12/2025 14:18
COMMENTO ENERGY: Cina ha importato più petrolio da A.Saudita e Iran che da Russia a novembre
MILANO (MF-NW)--Le importazioni cinesi di greggio dall'Arabia Saudita sono salite sui massimi da cinque mesi a novembre, mentre quelle dall'Iran hanno raggiunto il livello più alto da tre mesi, a fronte di un calo nello stesso periodo degli arrivi via mare dalla Russia, affermano gli economisti di Commerzbank citando dati di Kpler. Nel dettaglio le importazioni di greggio in Cina dall'Arabia Saudita si sono attestate a 1,59 milioni di barili al giorno, mentre quelle dall'Iran hanno raggiunto 1,35 milioni di barili al giorno. Nello stesso periodo, gli arrivi dalla Russia sono stati pari a 1,19 milioni di barili al giorno. Secondo gli economisti di Commerzbank questi numeri potrebbero indicare che le sanzioni statunitensi contro le due maggiori compagnie petrolifere russe stanno già producendo un primo effetto. La Cina pubblicherà i dati ufficiali sull'origine delle importazioni alla fine della prossima settimana. Le raffinerie indipendenti hanno recentemente acquistato petrolio iraniano con forti sconti dopo aver ottenuto nuove quote di importazione, mentre la domanda di greggio russo è rimasta debole, aggiunge Commerzbank citando un reportage basato su fonti di mercato e analisti. Nel complesso, le importazioni cinesi di greggio a novembre sono aumentate del 5% su base annua e del 9% su base mensile, raggiungendo 12,4 milioni di barili al giorno, secondo i dati doganali. Si tratta del volume mensile più elevato su base giornaliera dall'agosto del 2023. Se le importazioni di dicembre dovessero raggiungere lo stesso livello dell'anno scorso, quelle complessive del 2025 supererebbero probabilmente il record di due anni fa, secondo Commerzbank. alb alberto.chimenti@mfnewswires.it (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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MARKET DRIVER: Technoprobe, Equita conferma hold
09/12/2025 14:01
MARKET DRIVER: Technoprobe, Equita conferma hold
MILANO (MF-NW)--Equita Sim conferma rating hold e tp di 12,5 euro su Technoprobe, attiva nella progettazione e produzione di probe card, dopo che l'azienda ha siglato un accordo con WinWay Technology e MS Sun Technology per la realizzazione di soluzioni di testing. Secondo i termini dell'accordo, Technoprobe agirà come sviluppatore e produttore esclusivo di soluzioni di testing basate sulla sua tecnologia proprietaria Tpeg concedendo a WinWay Technology il diritto di utilizzarle per un periodo di 5 anni esclusivamente al fine di assemblare, installare, mantenere, riparare, vendere e distribuire i Prodotti. L'impatto economico, spiegano gli esperti, è stato quantificato dalla società in almeno 60 mln usd in 5 anni (ipotizzando oltre 10 mln all'anno si tratta di un impatto intorno all'1% del fatturato atteso al 2026-27). fus (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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AI: accelera in imprese, 1 su 2 coinvolta in trasformazione (Confindustria)
09/12/2025 13:32
AI: accelera in imprese, 1 su 2 coinvolta in trasformazione (Confindustria)
ROMA (MF-NW)--L'intelligenza artificiale sta entrando con sempre maggiore decisione nei processi produttivi e organizzativi delle imprese, ma la capacità di assorbirne davvero il potenziale è ancora limitata. È quanto emerge dall'Indagine Confindustria sul lavoro 2025, presentata oggi nella sede di Confindustria. Secondo lo studio, quasi un'azienda su due è coinvolta a vario titolo in un percorso di trasformazione tecnologica che interessa soprattutto i servizi e le realtà di maggiore dimensione: l'11,5% utilizza o sta testando soluzioni basate su algoritmi avanzati, mentre il 37,6% ne sta valutando l'introduzione. Le applicazioni più diffuse riguardano analisi dei dati, marketing, ricerca e sviluppo, automazione e assistenza ai clienti: ambiti in cui l'IA sta contribuendo a ridefinire metodologie operative, strategie aziendali e organizzazione del lavoro. Il quadro, però, non è privo di ombre. Meno della metà delle imprese che hanno avviato l'adozione dell'IA (43,7%) ha già messo mano ai processi interni per gestire l'impatto sulle risorse umane, in particolare attraverso percorsi di formazione interna, consulenze specializzate o assunzione di nuovi profili tecnici. Molte aziende procedono quindi sul fronte tecnologico, ma restano indietro nell'aggiornamento delle competenze e nei piani di formazione. Non a caso, la carenza di competenze interne è indicata come la prima criticità (36,7%), seguita dalla complessità dell'integrazione nei processi esistenti e dai costi ancora elevati. Sullo sfondo, il mismatch tra domanda e offerta di competenze continua a rappresentare una sfida, con il 67,8% delle imprese che dichiara difficoltà di reperimento dei profili adeguati. Si tratta ormai di un problema strutturale che si inserisce in un quadro dominato dalla rapidità dei cambiamenti indotti dalle nuove tecnologie. Si registra invece una fase di stabilizzazione per il lavoro agile, ormai adottato dal 32,3% delle aziende, mentre il welfare aziendale resta diffuso nel 55,3% delle realtà associate, con un utilizzo sempre più orientato al benessere dei lavoratori. La contrattazione aziendale, che oggi coinvolge quasi il 70% dei lavoratori del campione, si conferma uno dei principali strumenti attraverso cui le imprese gestiscono innovazione e flessibilità per accompagnare i processi di trasformazione organizzativa. "Le aziende italiane sono entrate nel vivo della trasformazione digitale e l'intelligenza artificiale che diventerà presto un fattore competitivo decisivo, anche dal punto di vista formativo", afferma Riccardo Di Stefano, delegato di Confindustria per l'Education e l'Open Innovation. "Ma per gestire e non subire questa transizione serve un salto di qualità nelle competenze, un forte investimento in una formazione sempre più integrata tra mondo produttivo e sistema educativo. E nell'indagine Csc emerge molto bene come le imprese siano sempre più protagoniste nelle relazioni con scuole, Its Academy, università. Esercitando, in modo sempre più completo, un ruolo di responsabilità educativa anche attraverso le tecnologie abilitanti". com/pev (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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MARKET DRIVER: Icop, Alantra conferma buy
09/12/2025 13:15
MARKET DRIVER: Icop, Alantra conferma buy
MILANO (MF-NW)--Alantra conferma rating buy e tp di 21 euro su Icop dopo che la stessa società ha aumentato il prezzo dell'offerta pubblica di acquisto totalitaria da 6 a 6,61 euro per azione su Palingeo e ha presentato istanza alla Consob per prorogare il periodo di adesione di 2 giorni di Borsa aperta, con termine il 19 dicembre. Considerata la valutazione relativa ancora interessante e il limitato impatto incrementale in termini di liquidità, gli analisti segnalano che la transazione continua a sembrare un fattore di accrescimento del valore per Icop, a sostegno del suo piano industriale nel settore delle fondazioni speciali e dell'ingegneria sotterranea. fus (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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FOCUS: la Fed e il cigno nero dell'inflazione (Bdl Capital Management)
09/12/2025 13:06
FOCUS: la Fed e il cigno nero dell'inflazione (Bdl Capital Management)
MILANO (MF-NW)--Il 1° dicembre la Fed ha interrotto il suo QT (Quantitative Tightening) per consentire al proprio bilancio di tornare a crescere. In teoria si tratta di un semplice aggiustamento tecnico per evitare una carenza di riserve bancarie, ma in pratica questa decisione non è affatto irrilevante. Come osserva Ray Dalio, fondatore dell'hedge fund Bridgewater Associates, vedere la Banca centrale ricreare riserve in cima al ciclo economico, quando le valutazioni sono talvolta eccessive, gli spread di credito ai minimi e la disoccupazione a solo il 4,3%, non è abituale. I mercati non si preoccupano perché il Quantitative Easing (QE) post-2008 non ha prodotto inflazione, ma questa volta la Fed sta stimolando l'economia in fase di espansione e non di contrazione, mentre i vincoli introdotti dopo il 2008 si stanno lentamente allentando. Per comprendere a pieno il nuovo scenario che si sta delineando, spiega Laurent Chaudeurge, membro del comitato investimenti di Bdl Capital Management, occorre ripartire da ciò che è cambiato dopo il 2008. Prima della grande crisi finanziaria, il sistema bancario funzionava in modo molto più semplice: requisiti di liquidità bassi, riserve non remunerate e livelli di capitale regolamentare modesti. Quando la Fed allentava le condizioni di finanziamento, la massa monetaria si riversava nell'economia reale nel giro di pochi mesi e la velocità della moneta era elevata. Dopo il 2008, tutto è cambiato. Il QE ha fatto esplodere le riserve bancarie da 20-40 miliardi di dollari a quasi 3.000 miliardi oggi; tuttavia questa abbondanza di liquidità non si è tradotta in credito perché le regole del sistema sono state profondamente modificate. Per prima cosa, il regolatore ha imposto alle banche di mantenere rapporti di liquidità molto più elevati per poter fronteggiare eventuali ondate di prelievi da parte dei risparmiatori. Il fabbisogno di attività liquide per ciascuna banca è quindi aumentato di un fattore compreso tra 3 e 5. Di conseguenza, le banche hanno limitato l'espansione del proprio bilancio per preservare la liquidità e l'attività creditizia si è rallentata. In secondo luogo, la Fed ha iniziato a remunerare le riserve bancarie. Negli anni Settanta o Novanta, lasciare inattive le riserve non fruttava nulla: l'unico modo per generare reddito era concedere prestiti. Ma nel mondo post-QE la Fed permette alle banche di guadagnare senza rischio e senza fare nulla. E poiché questa remunerazione funge da tasso "pavimento", anche famiglie e imprese mantengono la loro liquidità in strumenti remunerati. Il risultato è che il circuito tradizionale di trasmissione della politica monetaria si è inceppato e la moneta in circolazione è cresciuta lentamente, nonostante gli 8.000 miliardi di dollari aggiunti al bilancio della Fed dal 2008. Infine, il regolatore ha imposto alle banche di rafforzare in modo significativo e duraturo i propri coefficienti di capitale. Il capitale è diventato raro e costoso per un decennio, frenando la crescita dei prestiti bancari. Questi tre vincoli - requisiti di liquidità, remunerazione delle riserve e aumento dei fondi propri - hanno anestetizzato la trasmissione monetaria classica e fatto scendere la velocità della moneta a circa 1,12, il livello più basso mai registrato, sottolinea Chaudeurge. Ciò spiega l'anomalia del periodo post-2008: la Fed ha creato riserve, ma in assenza di credito bancario la moneta in circolazione non è cresciuta e l'inflazione è rimasta contenuta. Il cigno nero, avverte Chaudeurge, può emergere se questi tre vincoli saltano simultaneamente, ed è questo che rende la situazione attuale inquietante. Una Fed che interrompe il QT in cima al ciclo non agisce più come un contrappeso, ma come un acceleratore. Al contempo aumentano le pressioni per allentare i requisiti di liquidità, ridurre i livelli di capitale regolamentare e accelerare i tagli dei tassi. Queste pressioni provenienti dai mercati e dalle stesse banche mirano ad alleggerire un impianto regolamentare ritenuto troppo oneroso. Tutti questi movimenti potrebbero liberare tra 1.500 e 2.000 miliardi di dollari di capacità aggiuntiva di prestito e accelerare la crescita della moneta in circolazione - e quindi dell'inflazione. È sufficiente che una parte di questa somma si trasformi in credito bancario aggiuntivo perché l'inflazione riparta. Combinando una crescita della moneta in circolazione dell'8-12% (un ritmo già osservato nel 2020-2021) con un aumento della velocità verso 1,30-1,35 (ancora molto lontano dall'1,6-1,8 del periodo pre-2008), si arriverebbe meccanicamente a una crescita del Pil nominale del 6-8%. Con una crescita reale intorno al 2%, ciò implica un'inflazione naturale tra il 4 e il 6%. Eppure, conclude Chaudeurge, il mercato non considera nulla di tutto ciò. Le aspettative d'inflazione per il 2027-2028 rimangono attorno al 2,2-2,4%. "Come se l'architettura post-crisi fosse immutabile. Ma non lo è. E la decisione della Fed di fermare il QT potrebbe essere il primo segnale di un sistema che si sta sbloccando. I cigni neri non nascono mai dai rischi che tutti sorvegliano. Nascono dalle evidenze che nessuno mette più in discussione". alb alberto.chimenti@mfnewswires.it (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)