TOP NEWS ESTERO: le mosse di giugno delle banche centrali, tra tagli e inflazione resistente
19/06/2025 18:01
TOP NEWS ESTERO: le mosse di giugno delle banche centrali, tra tagli e inflazione resistente
MILANO (MF-NW)--Tra inflazione ancora lontana dagli obiettivi, tensioni geopolitiche persistenti e segnali misti dalle economie nazionali, giugno si è confermato un mese di equilibrio per le principali banche centrali globali. Mentre la Bce ha proseguito con un nuovo taglio del costo del denaro, altre autorità - dalla Federal Reserve alla Bank of England - hanno scelto di mantenere i tassi invariati, preferendo guadagnare tempo in attesa di maggiore chiarezza sul fronte macro e geopolitico. Nel complesso, i mercati hanno letto le mosse del mese come un segnale di transizione verso una fase più accomodante, ma il ritmo e la profondità del ciclo di allentamento restano appesi all'evoluzione dell'inflazione, al comportamento dei consumatori e agli effetti dei conflitti in Medio Oriente e delle politiche commerciali statunitensi. Il quadro qui di seguito riassume le decisioni chiave di giugno e le implicazioni per i prossimi mesi.
FED MANTIENE TASSI FERMI AL 4,25%-4,50%, IN VISTA 2 TAGLI IN 2025
La Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi d'interesse nel range del 4,25%-4,50%, in linea con le attese del mercato. Il Federal Open Market Committee (Fomc) ha approvato la decisione all'unanimità, ma il vero messaggio emerso dalla riunione è che, nonostante un rallentamento della crescita e un'inflazione ancora elevata, due tagli restano sul tavolo entro la fine dell'anno. La decisione della Fed è stata accompagnata dall'aggiornamento trimestrale del cosiddetto dot plot, un grafico che registra le proiezioni di ciascun funzionario del Fomc sul tasso di interesse chiave a breve termine. Il quadro conferma due riduzioni del costo del denaro da 25 punti base nel 2025, ma elimina un taglio sia per il 2026 che per il 2027. La lettura mostra una marcata dispersione delle aspettative all'interno del comitato, con sette membri su diciannove che non prevedono alcun taglio quest'anno (a marzo erano in 4), mentre due governatori si aspettano una riduzione dei tassi superiore allo 0,5%.
BANCA NAZIONALE SVIZZERA TAGLIA TASSO DI RIFERIMENTO DI 25 PB ALLO 0%
La Banca Nazionale Svizzera (Bns) ha deciso di ridurre il tasso di interesse di riferimento allo 0%, in linea con le attese del mercato. "Questa scelta si inserisce in un contesto globale segnato dalla prosecuzione di politiche monetarie accomodanti, avviata dopo il picco dell'inflazione del 2022", afferma Stefano Zoffoli, responsabile strategia d'investimento e gestione mandati bilanciati di Swisscanto AM, aggiungendo che persistono rischi legati all'apprezzamento del franco svizzero. La Bns aveva sorpreso gli operatori in dicembre con un taglio di 50 punti base, seguito a marzo da una riduzione più contenuta di 25 punti base. L'intervento odierno, invece, era largamente previsto dagli economisti. "La valuta svizzera continua ad apprezzarsi, soprattutto nei confronti del dollaro statunitense, mentre si sta stabilizzando rispetto all'euro", osserva Zoffoli, aggiungendo che "resta dunque in piedi l'eventualità di un ritorno a tassi negativi".
BANK OF ENGLAND MANTIENE TASSI FERMI AL 4,25%, TAGLIO ATTESO AD AGOSTO
La Bank of England ha lasciato invariato il tasso di riferimento al 4,25%, in linea con le previsioni dagli analisti. Sei dei nove membri del comitato di politica monetaria hanno votato per mantenere i tassi fermi, mentre tre hanno espresso preferenza per un taglio da 25 punti base. La decisione arriva dopo che i dati sull'inflazione pubblicati mercoledì hanno mostrato un tasso annuo al 3,4% a maggio, in linea con le attese ma ancora ben al di sopra del target del 2% fissato dalla banca centrale. I responsabili hanno espresso preoccupazioni per l'aumento dei prezzi del petrolio causato dal conflitto in corso in Medio Oriente, nonché per potenziali interruzioni commerciali derivanti dai dazi statunitensi. Date le prospettive, l'istituto ha confermato che un approccio "graduale e cauto" alla politica monetaria rimane appropriato.
BCE HA TAGLIATO DI 25 PB AL 2% IL TASSO DI RIFERIMENTO
Nella riunione del 5 giugno, il Consiglio direttivo della Bce ha abbassato di 25 punti base il tasso sui depositi, ovvero il tasso di riferimento attraverso il quale la Bce orienta la sua politica monetaria, portandolo al 2%. Si tratta dell'ottava sforbiciata consecutiva al costo del denaro, che aveva raggiunto un massimo del 4% a metà 2023. "La decisione di abbassare il tasso sui depositi si basa sulla sua valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, delle dinamiche dell'inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria", si legge in un comunicato della Bce. L'inflazione si attesta attualmente intorno all'obiettivo di medio termine del 2% fissato dal Consiglio direttivo. Nello scenario di base delle nuove proiezioni degli esperti, l'inflazione complessiva è prevista in media al 2,0% nel 2025, all'1,6% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. Le revisioni al ribasso rispetto alle proiezioni di marzo, di 0,3 punti percentuali sia per il 2025 che per il 2026, riflettono principalmente ipotesi più favorevoli sui prezzi dell'energia e un euro più forte. Gli esperti prevedono che l'inflazione, al netto di energia e alimentari, si attesterà in media al 2,4% nel 2025 e all'1,9% nel 2026 e nel 2027, rimanendo sostanzialmente invariata da marzo.
BANCA CENTRALE TURCA RESTA FERMA, TASSO SETTIMANALE AL 46%
La Banca centrale turca ha lasciato invariato il tasso di interesse di riferimento, consolidando la precedente mossa al rialzo dopo che le tensioni politiche hanno minacciato di complicare gli sforzi per riportare sotto controllo la dilagante inflazione dei prezzi. La banca ha dichiarato che lascerà il tasso repo a una settimana al 46%, il livello a cui era stato portato ad aprile per contrastare le oscillazioni della lira turca, dopo l'arresto di un politico dell'opposizione, il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu. Imamoglu, considerato il principale rivale del presidente Recep Tayyip Erdogan per la presidenza, rimane in carcere. L'inflazione è diminuita il mese scorso e questo trend dovrebbe continuare a giugno, ha puntualizzato la Banca centrale. Tuttavia, "le aspettative di inflazione e il comportamento dei prezzi continuano a rappresentare un rischio per il processo di disinflazione". Per Frantisek Taborsky, analista di Ing, la Banca è probabilmente impegnata a tenere sotto controllo i movimenti della lira per il momento, ma potrebbe iniziare a tagliare nuovamente i tassi il mese prossimo.
BANCA DI RUSSIA HA TAGLIATO TASSO DI RIFERIMENTO DI 100 PB AL 20%
La Banca di Russia il 6 giugno ha deciso di ridurre il tasso di riferimento di 100 punti base, portandolo al 20% annuo. "Le attuali pressioni inflazionistiche, comprese quelle di fondo, continuano a diminuire. Sebbene la crescita della domanda interna sia ancora superiore alla capacità di espandere l'offerta di beni e servizi, l'economia russa sta gradualmente tornando su un percorso di crescita equilibrato", si legge in un comunicato. La Banca di Russia manterrà condizioni monetarie restrittive "quanto necessario per riportare l'inflazione all'obiettivo nel 2026. Ciò significa che la politica monetaria rimarrà restrittiva per un lungo periodo", prosegue la nota. L'istituto ha chiarito che ulteriori decisioni sul tasso di riferimento saranno prese in base alla velocità e alla sostenibilità del calo dell'inflazione. Secondo le previsioni della Banca di Russia, dato l'orientamento della politica monetaria, l'inflazione annua tornerà al 4,0% nel 2026.
BOJ MANTIENE TASSI ALLO 0,5% MA OPTA PER RALLENTAMENTO TAPERING
La Banca centrale giapponese ha lasciato i tassi di interesse fermi allo 0,5% nella riunione di martedì 17 giugno, in un contesto di incertezza commerciale, ma ha deciso di rallentare il ritmo della riduzione degli acquisti di obbligazioni dall'aprile del prossimo anno. Il governatore, Kazuo Ueda, ha dichiarato che la Banca continuerà a cercare di aumentare ulteriormente il costo del denaro, a seconda delle condizioni economiche. Nell'ambito degli sforzi per ridurre anni di politica monetaria ultra-accomodante, la BoJ ha deciso di attenersi al suo piano di riduzione degli acquisti di titoli di Stato giapponesi di 400 miliardi di yen ogni trimestre fino al marzo del prossimo anno. La Banca centrale nipponica ha però annunciato anche che ridurrà gli acquisti di titoli di Stato nipponici di 200 miliardi di yen a trimestre a partire dall'aprile del 2026. In base al nuovo piano, gli acquisti mensili di obbligazioni della banca si ridurranno a 2.000 miliardi di yen entro il primo trimestre del 2027.
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