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MARKET DRIVER: Campari, MB conferma outperform
09/06/2025 14:47
MARKET DRIVER: Campari, MB conferma outperform
MILANO (MF-NW)--Mediobanca Research conferma la raccomandazione outperform su Campari. "Un esito positivo tra Cina e Francia sui dazi sul cognac rimane un catalizzatore chiave per la categoria di prodotto, che è soggetta a un rischio tariffario anche negli Stati Uniti", hanno dichiarato gli analisti. "Per Campari, si prevede che il cognac rappresenterà circa il 4% delle vendite del gruppo nel 2025, con una redditività superiore al pareggio e un'esposizione trascurabile alla Cina", hanno aggiunto gli esperti.
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WALL STREET: commento di preapertura
09/06/2025 14:41
WALL STREET: commento di preapertura
MILANO (MF-NW)--I future sui principali listini azionari statunitensi trattano in rialzo in vista dei colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina previsti per oggi. Il future sul Dow Jones guadagna lo 0,12%, quello sull'S&P 500 cresce dello 0,15% e quello sul Nasdaq tratta in lieve rialzo dello 0,08%.
I principali rappresentanti commerciali di Washington e Pechino si incontreranno oggi a Londra per colloqui che dovrebbero concentrarsi sui minerali critici, secondo quanto riferito da Reuters. "La politica commerciale rimarrà la grande incertezza macroeconomica. Segnali di ulteriore slancio nei colloqui potrebbero dare il via libera a un rally dei mercati", ha affermato Kyle Rodda, analista senior di Capital.com.
Nel frattempo, rimane alta la tensione per gli scontri a Los Angeles tra le forze dell'ordine e i manifestanti che si oppongono alle politiche anti-immigrazione dell'amministrazione Trump, mentre si accentua lo scontro politico tra la Casa Bianca e il governo della California. Il governatore della California, Gavin Newsom, ha fatto sapere che intende presentare una causa contro l'amministrazione repubblicana, definendo il dispiegamento della Guardia Nazionale come "illegale, immorale e incostituzionale".
Sul fronte societario:
- Tesla perde l'1,6%. A spingere giù il titolo le dichiarazioni del presidente Usa, Donald Trump, che ha riferito di non avere alcuna intenzione di riconciliarsi con l'amministratore delegato della società, Elon Musk. Inoltre, Milan Kovac, a capo delle operazioni di Tesla nel settore dei robot umanoidi, ha rassegnato le dimissioni.
- Nvidia cresce dell'1,3% dopo che il colosso dei chip ha siglato una collaborazione con la Financial Conduct Authority del Regno Unito per consentire al settore finanziario di sperimentare l'AI in sicurezza, mentre il ceo Jensen Huang ha ribadito l'intenzione di investire miliardi di dollari nel Paese
- Warner Bros. Discovery balza dell'8,55% dopo che il colosso dei media statunitense ha annunciato un piano per la separazione delle proprie attività in due società indipendenti quotate in Borsa: Streaming & Studios e Global Networks.
- Robinhood Markets perde il 4% dopo che la società non è stata inserita nell'S&P 500 nell'ultimo ribilanciamento dell'indice. La scorsa settimana, Bank of America aveva indicato la piattaforma di servizi finanziari come uno dei principali titoli candidati a entrare nell'indice delle mega cap statunitensi con la revisione di giugno.
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State Street: indice di propensione al rischio migliora a maggio
09/06/2025 14:25
State Street: indice di propensione al rischio migliora a maggio
MILANO (MF--NW)--L'indice di propensione al rischio di State Street è salito a 0,36 alla fine di maggio, segnalando un ritorno al rischio da parte degli investitori nella seconda metà del mese, in seguito al rinvio dell'applicazione dei dazi.
Gli indicatori di partecipazioni di State Street mostrano che le allocazioni degli investitori azionari a lungo termine sono aumentate a maggio, raggiungendo i livelli osservati per l'ultima volta all'inizio di aprile, in concomitanza con l'annuncio del "Liberation Day". Durante il mese di maggio, l'esposizione azionaria è aumentata dello 0,9%, mentre quella obbligazionaria è diminuita dello 0,8%.
"Il mese di maggio ha visto un forte rimbalzo del sentiment favorevole al rischio tra gli investitori istituzionali, tornando ai massimi da inizio febbraio. Sebbene il tema dei dazi rimanga centrale, i rinvii nell'attuazione e l'effettiva riduzione delle tariffe previste hanno contribuito a migliorare l'appetito per il rischio, insieme a un contesto ancora in gran parte benigno sul fronte inflazione, che ha ridotto i timori di stagflazione", ha commentato Dwyfor Evans, head of Apac Macro Strategy di State Street Global Markets. Alla fine di maggio, le allocazioni complessive in azioni sono tornate ai livelli della prima settimana di aprile, mentre le allocazioni in liquidità sono rimaste pressoché invariate nel corso del mese. "Nonostante un ritorno agli acquisti negli asset sottostanti, in particolare le azioni, le preoccupazioni su inflazione, politica fiscale e downgrade sovrano hanno continuato a pesare sugli investimenti in Treasury Usa, dove le vendite si sono intensificate su quasi tutte le scadenze", osserva Evans.
Nel frattempo, i flussi sugli asset europei si sono indeboliti, con un calo dell'interesse per le azioni dell'Eurozona. "Solo alcuni segmenti del comparto obbligazionario, come i Btp italiani, hanno mostrato resilienza, sostenuti sia dal livello di rendimento che dalle aspettative di continuazione del ciclo di allentamento monetario", sottolinea l'esperto. Infine, i flussi sulla sterlina britannica hanno registrato una ripresa, trainata dalle aspettative che la Bank of England avrà difficoltà a procedere con ulteriori tagli dei tassi d'interesse.
com/lvi
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MARKET DRIVER: Acea, MB conferma neutral
09/06/2025 14:19
MARKET DRIVER: Acea, MB conferma neutral
MILANO (MF-NW)--Mediobanca Research conferma la raccomandazione neutral su Acea, dopo che il cda della società ha avviato l'esame dell'offerta vincolante ricevuta da Plenitude di Eni relativa all'acquisizione dell'intero capitale sociale di Acea Energia, la controllata del gruppo attiva nella fornitura di energia elettrica e gas a circa 1,4 milioni di clienti.
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FOCUS: Capital Group analizza 4 possibili scenari legati ai dazi
09/06/2025 14:09
FOCUS: Capital Group analizza 4 possibili scenari legati ai dazi
MILANO (MF-NW)--Il mondo è recentemente entrato in uno scenario di guerra commerciale tra le maggiori potenze economiche, caratterizzato da ingenti dazi, restrizioni alle esportazioni di tecnologia e altre misure protezionistiche che accelererebbero il disaccoppiamento economico e lo spostamento delle catene di approvvigionamento. Secondo Jody Jonsson, Equity Portfolio Manager di Capital Group, l'erosione del vecchio assetto geopolitico non è iniziata con l'attuale amministrazione repubblicana, ma è in atto almeno dalla crisi finanziaria globale del 2007-2009. La novità è che gli Stati Uniti, principali difensori del libero scambio globale, stanno ora cercando di ridefinirlo.
"Nel breve termine, i tentativi dell'amministrazione Trump di ristrutturare radicalmente il commercio globale, o anche un periodo prolungato di incertezza, potrebbero rallentare la crescita, alimentare l'inflazione e aumentare il rischio di recessione. A più lungo termine, l'incertezza prolungata potrebbe influire negativamente sulla reputazione degli Stati Uniti come partner commerciale affidabile e alleato in materia di sicurezza", afferma l'esperto.
4 POSSIBILI SCENARI
Il team di Capital ha individuato quattro possibili scenari: guerra commerciale, grandi accordi commerciali, ritorno delle potenze globali e nazionalismo assertivo. "Grandi potenze come gli Stati Uniti e la Cina si scontrano in termini di tecnologia e commercio, ma non desiderano un confronto militare", sottolinea il manager. Se il mondo rimarrà in una situazione di conflitto commerciale prolungato, la crescita economica sarà probabilmente più modesta e l'inflazione potrebbe aumentare, avverte l'esperto. D'altro canto, i mercati potrebbero reagire positivamente qualora i negoziati commerciali producessero esiti favorevoli in tempi relativamente brevi. Nello scenario dei grandi accordi, le alleanze tradizionali vengono ripristinate, magari con alcuni aggiustamenti. I conflitti geopolitici si attenuano e i leader politici stringono accordi commerciali di ampio respiro. "Questo è lo scenario più favorevole e in generale un contesto positivo per i mercati azionari e l'economia", spiega Jonsson. L'isolazionismo, l'opposto di questo scenario favorevole, è invece caratterizzato da una guerra commerciale globale e da un maggiore ricorso alla forza militare per affrontare le questioni di sicurezza, con un potenziale rischio di scontri militari tra le grandi potenze. Questo è lo scenario peggiore, che combina guerre commerciali con potenziali conflitti armati. "Il ritorno delle grandi potenze" sarebbe infine caratterizzato da una serie di patti di non aggressione tra le principali potenze, ciascuna delle quali dominerebbe un blocco regionale. "Si tratterebbe di un ritorno all'era degli imperi, in cui Stati Uniti, Cina e Russia avrebbero una propria sfera di influenza", spiega Jonsson.
QUANTO TEMPO CI VORRÀ PERCHÉ SI DELINEI UN QUADRO CHIARO DEL NUOVO ASSETTO GLOBALE
Data la complessità dei negoziati commerciali e il vasto numero di partner commerciali, l'esperto avverte che gli investitori non dovrebbero aspettarsi una risoluzione rapida. "Il mondo è in una fase di transizione. Ci sono voluti anni per costruire l'assetto postbellico e potrebbero volercene molti prima che si stabilizzi un nuovo assetto geopolitico", commenta Jonsson, aggiungendo che l'US Trade Representative (Ustr) non ha la capacità di definire accordi dettagliati con circa 90 Paesi durante la pausa di 90 giorni che terminerà a luglio. "Per calmare i mercati, l'amministrazione Trump vorrà annunciare una serie di accordi il più rapidamente possibile. Potrebbe trattarsi di accordi di entità limitata, senza un accordo di libero scambio completo, come quelli raggiunti durante la prima amministrazione Trump con Giappone, Cina e Brasile", prosegue l'esperto, aggiungendo che la pausa tariffaria di 90 giorni potrebbe essere prorogata.
Il team di Capital si aspetta che l'amministrazione repubblicana cerchi di raggiungere alcuni accordi iniziali con il Giappone e la Corea, che secondo Jonsson sarebbero più facili da realizzare. "Rinegoziare l'accordo tra Stati Uniti, Messico e Canada sarà invece complicato e i negoziati formali non sono ancora iniziati, quindi ci vorrà del tempo. Allo stesso modo, i negoziati con l'Ue richiederanno molto più tempo", avverte il manager, sottolineando come lunghi negoziati potrebbero pesare ulteriormente sui mercati e sull'economia. Per Jonsson, la mancanza di certezza è uno dei problemi più gravi. "Le aziende saranno riluttanti ad assumersi impegni di spesa in conto capitale a lungo termine senza una visione più chiara delle regole future", afferma il manager, evidenziando che la spesa delle imprese potrebbe rimanere bassa per un lungo periodo. "Anche dopo la conclusione degli accordi, esiste il rischio che la credibilità degli Stati Uniti come perno del commercio e della sicurezza globale possa diminuire nel lungo termine, così come la percezione del dollaro come valuta di riserva e la sicurezza percepita del debito pubblico statunitense", conclude Jonsson.
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