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UPDATE: -33.000 unità stima Adp giugno
02/07/2025 15:18
UPDATE: -33.000 unità stima Adp giugno
MILANO (MF-NW)--La stima Adp sull'occupazione nel settore privato ha mostrato una diminuzione di 33.000 posti di lavoro a giugno, a fronte di aspettative degli economisti per un aumento di 98.000 unità. Il calo di giugno segue l'incremento rivisto al ribasso di 29.000 posti a maggio, rispetto al precedente dato pari a +37.000.
Guardando ai singoli settori, i posti di lavoro nella produzione di beni sono aumentati di 32.000, trainati da un incremento di 15.000 posti nel manifatturiero. I posti nei servizi, invece, sono diminuiti di 66.000, con un calo di 56.000 nelle attività professionali e aziendali e di 52.000 nei servizi di istruzione e sanità, mentre il comparto della ristorazione e dell'ospitalità ha registrato un aumento di 32.000 unità.
"Sebbene i licenziamenti continuino a essere rari, l'esitazione nell'assumere e la riluttanza a sostituire i dipendenti che lasciano il posto hanno portato a una perdita di posti di lavoro il mese scorso", ha dichiarato Nela Richardson, capo economista di Adp. "Tuttavia, il rallentamento delle assunzioni non ha ancora avuto un impatto sulla crescita dei salari".
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GB: rendimenti Gilt corrono con divisioni in partito laburista
02/07/2025 15:05
GB: rendimenti Gilt corrono con divisioni in partito laburista
MILANO (MF-NW)--I rendimenti dei titoli di Stato inglesi trattano in forte rialzo a causa dei crescenti segnali di divisioni all'interno del partito laburista al governo. Nel dettaglio il costo di finanziamento del Gilt decennale avanza di 20 punti base circa al 4,665%.
Le tensioni nella leadership del partito laburista sono esplose dopo un'inversione di rotta del governo su un controverso disegno di legge per la riforma del welfare. Il dibattito ha portato a concessioni verso i parlamentari ribelli contrari ai tagli ai sussidi per le persone con disabilità, che di fatto hanno annullato i risparmi previsti inizialmente dalla riforma, pari a 5 miliardi di sterline, aumentando così la prospettiva di ulteriori aumenti delle tasse in autunno.
Dopo l'approvazione della legge, il primo ministro britannico Keir Starmer è stato interrogato in Parlamento sul futuro della ministra delle Finanze, Rachel Reeves. Starmer ha evitato di rispondere direttamente, spostando invece l'attenzione sulla leader dell'opposizione, Kemi Badenoch. In una dichiarazione successiva al dibattito parlamentare, la portavoce del primo ministro ha affermato che Reeves "non andrà da nessuna parte. Ha il pieno sostegno del primo ministro. Lo ha detto più volte e non ha bisogno di ripeterlo ogni volta che la leader dell'opposizione specula sui politici laburisti".
Reeves è sotto pressione costante fin dal Budget d'Autunno presentato dal Tesoro lo scorso autunno, quando ha annunciato regole fiscali rigide che limitano la capacità del governo di spendere o indebitarsi.
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TOP NEWS ESTERO: seconda metà 2025 si preannuncia impegnativa per i mercati (Axa IM)
02/07/2025 15:02
TOP NEWS ESTERO: seconda metà 2025 si preannuncia impegnativa per i mercati (Axa IM)
MILANO (MF-NW)--Con la conclusione del ciclo di politica monetaria post-Covid, i mercati si trovano a fare i conti con un nuovo contesto dominato dall'incertezza. Secondo Chris Iggo, chief investment officer di Axa IM Core, l'economia globale è sempre più influenzata da shock dal lato dell'offerta (dal commercio internazionale alla geopolitica), che riducono lo spazio per una gestione attiva della domanda e complicano il compito delle Banche Centrali. Sebbene le autorità monetarie si muovano con cautela, i rischi restano molteplici: da un possibile rimbalzo dell'inflazione trainato dall'energia, all'impatto dei dazi statunitensi su crescita e utili societari. In questo scenario fragile, caratterizzato da premi per il rischio in aumento e maggiore volatilità, Iggo sottolinea che l'approccio ai mercati deve essere selettivo, flessibile e consapevole della natura strutturale delle tensioni in atto.
RISCHI INFLAZIONISTICI IN USA ORIENTATI AL RIALZO
L'attenzione degli investitori è puntata sul petrolio e sui prossimi dati sull'inflazione statunitense. Poco prima degli attacchi Usa contro l'Iran, il prezzo del greggio era aumentato del 25% nel solo mese di giugno, facendo salire i prezzi all'ingrosso della benzina. Questo shock inflazionistico si è per ora arrestato grazie al cessate il fuoco, ma la situazione in Medio Oriente resta molto fluida. "Inoltre, si ritiene che gli effetti dei dazi già introdotti inizieranno a manifestarsi nei dati economici concreti nei prossimi mesi. Di conseguenza, c'è il rischio che l'inflazione headline negli Stati Uniti superi nuovamente il 3% già quest'estate", avverte Iggo, evidenziando che, in tal caso, per la Fed sarà ancora più difficile tagliare i tassi. Il rischio per il mercato obbligazionario statunitense è che vengano meno le attese per due tagli entro fine 2025 - attualmente prezzati - con un conseguente aumento dei rendimenti lungo tutta la curva. Secondo il manager, "a meno di un chiaro rallentamento dell'attività economica e di segnali evidenti di debolezza sul mercato del lavoro, gli strumenti a lungo termine a reddito fisso continueranno probabilmente a sottoperformare".
MERCATO OBBLIGAZIONARIO: COMPRARE SUI RIBASSI NEL CREDITO
Iggo evidenzia che i mercati del credito hanno mostrato una resilienza notevole negli ultimi anni, riflettendo il miglioramento dei bilanci aziendali. "Una delle domande più frequenti tra gli investitori riguarda proprio se, a fronte del deterioramento delle finanze pubbliche, il miglioramento dei fondamentali del settore privato giustifichi uno scenario di spread creditizi strutturalmente più compressi", prosegue l'esperto. Tuttavia, come si è visto in aprile, in caso di shock macroeconomico gli spread tendono ad allargarsi rapidamente. Una nuova escalation in Medio Oriente, accompagnata da timori per crescita e inflazione, potrebbe innescare una reazione simile. La domanda di credito, tuttavia, rimane molto solida grazie ai livelli di rendimento attuali. Iggo ritiene quindi che i mercati del credito possano beneficiare da una strategia di acquisto sui ribassi, "offrendo agli investitori l'opportunità di bloccare rendimenti più alti e migliorare al contempo la qualità del credito in portafoglio". Per l'esperto, dare previsioni su singole regioni o Paesi risulta "difficile" in un contesto in cui i movimenti di avversione al rischio tendono ad essere altamente correlati. Iggo osserva che è altrettanto complesso conciliare un peggioramento dei fondamentali con flussi guidati principalmente dal sentiment. L'andamento del dollaro ne è un esempio: il biglietto verde si è indebolito nel 2025 per "molteplici motivi" che potrebbero continuare a pesare nei prossimi mesi. "Altre valute che potrebbero beneficiare di una maggiore cautela da parte degli investitori includono il franco svizzero (già molto forte) e lo yen giapponese. Anche l'oro dovrebbe mantenere il suo trend rialzista", commenta il manager.
MERCATO AZIONARIO: MAGGIORE VOLATILITÀ IN VISTA?
I mercati azionari europei hanno nettamente sovraperformato quelli statunitensi nella prima parte dell'anno. A contribuire a questo risultato sono state le valutazioni relative, l'incertezza sulla politica economica Usa e le attese di un impulso fiscale in Europa, spiega Iggo. Tuttavia, le economie europee restano vulnerabili a un eventuale shock energetico, mentre gli Stati Uniti sono oggi esportatori netti di energia. "Un periodo prolungato di prezzi elevati del petrolio potrebbe compromettere le prospettive di utili in Europa e in altri mercati. Di contro, prezzi energetici più alti dovrebbero fornire ulteriore slancio agli investimenti nelle energie rinnovabili, a beneficio delle aziende attive nella produzione di impianti solari ed eolici e nelle infrastrutture di distribuzione elettrica associate", puntualizza il manager.
UN NUOVO SHOCK MACRO METTEREBBE A RISCHIO I RENDIMENTI
"Sarebbe sorprendente se la combinazione tra dazi commerciali, ampi disavanzi di bilancio e un conflitto militare in Medio Oriente non finisse per scuotere i mercati finanziari", avverte Iggo, aggiungendo che i mercati azionari e del credito sono i più esposti a una revisione al ribasso delle prospettive di crescita e dei flussi di cassa aziendali, con il mercato azionario statunitense che rischia di perdere di più in termini di valutazioni. "Anche in assenza di un'escalation in MO, nel caso in cui Iran e Stati Uniti riescano a trovare una soluzione diplomatica allo stallo sul presunto arricchimento dell'uranio, il potenziale di rialzo per gli asset rischiosi appare comunque limitato da valutazioni elevate e possibili eventi negativi sul fronte delle politiche economiche", osserva il manager, evidenziando che una maggiore diversificazione geografica dei portafogli azionari, che riduca quindi l'esposizione assoluta agli Stati Uniti, è un tema sempre più ricorrente tra gli investitori. "Sul fronte obbligazionario, con la Fed ferma e la Bce che sembra aver concluso il ciclo di tagli (almeno per ora) gli attuali livelli di rendimento continueranno a offrire agli investitori un flusso di reddito modesto ma costante", afferma il manager. Per l'obbligazionario, le strategie globali diversificate dovrebbero continuare a generare risultati interessanti, mentre le strategie a breve scadenza e quelle legate all'inflazione sembrano particolarmente adatte in questo contesto. Sul versante azionario, la forte performance dei titoli europei ha riflesso le aspettative di uno stimolo fiscale in arrivo dalla Germania e i guadagni significativi del comparto difesa. Tuttavia, "non è affatto scontato che, in caso di un nuovo shock macro di matrice geopolitica, questi rendimenti possano essere mantenuti. Nel complesso, la seconda metà del 2025 si preannuncia impegnativa per i mercati", conclude l'esperto.
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TOP NEWS ESTERO: Moody's rivede al ribasso outlook credito sovrano globale
02/07/2025 15:02
TOP NEWS ESTERO: Moody's rivede al ribasso outlook credito sovrano globale
MILANO (MF-NW)--Il crescente livello di incertezza sulle politiche commerciali a livello globale ha spinto Moody's Ratings ad abbassare l'outlook sovrano da stabile a negativo, segnalando un peggioramento delle condizioni di credito per molti Paesi. Secondo l'agenzia, l'attuale fase di riassetto degli equilibri commerciali, unita alla volatilità geopolitica, rischia di generare uno shock più duraturo rispetto a quello causato dalla pandemia, con ricadute strutturali sui modelli di crescita e sui bilanci pubblici.
I DAZI USA PORTERANNO A UN NUOVO ORDINE COMMERCIALE
Il ridisegno dei dazi e delle relazioni commerciali globali segnala un riallineamento strutturale negli scambi e nelle catene di fornitura. Il nuovo approccio tariffario degli Stati Uniti (Aa1 stabile), che ha introdotto dazi generalizzati del 10% su tutte le importazioni, con aliquote ancora più elevate per i beni cinesi e alcuni settori chiave, ha stravolto le aspettative di Moody's su una normalizzazione graduale delle condizioni di credito. Con Stati Uniti e Cina (A1 negativo) al centro della ristrutturazione degli scambi mondiali, le ricadute saranno globali. L'escalation tra Israele (Baa1 negativo) e Iran aggiunge un ulteriore fattore di destabilizzazione, soprattutto per i mercati energetici e i corridoi navali. Sebbene le tensioni immediate si siano allentate, i rischi geopolitici restano elevati, avvertono gli esperti. Anche con la sospensione temporanea dei nuovi dazi, mentre proseguono i negoziati bilaterali, gli effetti si fanno già sentire: domanda globale più debole, calo iniziale delle materie prime (con recente rimbalzo del petrolio) e maggiore incertezza percepita dalle imprese. Moody's avverte che un incremento generalizzato dei dazi da parte degli Usa comprometterebbe la crescita globale, deteriorando i saldi fiscali ed esterni, rallentando gli investimenti e indebolendo le condizioni di finanziamento, soprattutto nei Paesi più vulnerabili.
EUROPA MENO ESPOSTA MA NON IMMUNE
A livello geografico, l'Europa Occidentale appare meno vulnerabile rispetto ad altre aree, ma le economie più orientate all'export, come Germania (Aaa stabile), Repubblica Ceca (Aa3 stabile), Ungheria (Baa2 negativo) e Slovacchia (A3 stabile), sono esposte nei settori automotive, componentistica elettronica e semiconduttori. Moody's ha rivisto al ribasso di 0,5-1 punto percentuale le previsioni di crescita per queste economie nel 2025, anche se per la Germania l'outlook 2026 è stato migliorato in attesa di una ripresa più robusta dovuta al nuovo piano di spesa.
GLI OSTACOLI ALLA POLITICA FISCALE
Il ritorno a una crescita più fiacca e frammentata, accompagnato da politiche fiscali orientate al breve termine per compensare gli effetti dei dazi, rischia di rallentare i processi di consolidamento e frenare gli investimenti produttivi. Per economie come Messico, Panama (Baa3 negativo), Romania (Baa3 negativo) e Polonia (A2 stabile), già sotto osservazione per la fragilità dei conti pubblici, lo shock tariffario complica le strategie di stabilizzazione del debito. La stessa pressione arriva dalla necessità di aumentare la spesa per la difesa nei Paesi dell'Ue, ulteriore elemento di stress sui bilanci.
EMERGENTI PIÙ VULNERABILI, MARGINI FISCALI RIDOTTI
I Paesi emergenti e di frontiera dispongono di minori margini fiscali e monetari rispetto alle economie avanzate e in molti casi hanno una più bassa capacità di assorbire shock esterni. Secondo Moody's, la Cina potrebbe reagire allo scenario con un aumento della spesa pubblica fino al 2,5% del Pil, destinando risorse sia alle esportazioni colpite dai dazi sia ai governi locali. Ma per altri Paesi ad alto debito l'opzione di ulteriori stimoli fiscali si scontra con il rischio di destabilizzazione dei conti.
PREZZI DELLE MATERIE PRIME SOTTO OSSERVAZIONE
Infine, Moody's mette in evidenza la volatilità delle materie prime come ulteriore fonte di rischio. La recente discesa dei prezzi del petrolio ha colpito i conti di economie fortemente dipendenti dalle entrate energetiche come Angola (B3 stabile), Congo (Caa2 stabile) e alcuni Paesi Mena, tra cui Kuwait, Oman (Ba1 positivo) e Arabia Saudita. Un nuovo deterioramento del quadro geopolitico, specie in Medio Oriente, potrebbe generare pressioni inflazionistiche e peggiorare i saldi esterni delle economie importatrici di energia.
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TOP NEWS ITALIA: Giorgetti, il risparmio privato deve sostenere il Paese perché risorse pubbliche non bastano
02/07/2025 15:01
TOP NEWS ITALIA: Giorgetti, il risparmio privato deve sostenere il Paese perché risorse pubbliche non bastano
ROMA (MF-NW)--Le risorse pubbliche non bastano per affrontare le sfide che il Paese ha davanti - trasformazione digitale, calo demografico, difesa comune e nuove infrastrutture - quindi bisogna mobilitare il risparmio privato per sostenere la crescita del Paese. Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso del suo intervento all'assemblea dell'Ania, richiamando il ruolo cruciale che possono svolgere le assicurazioni. Il governo è impegnato ad assicurare le condizioni affinché il risparmio diventi motore di sviluppo. Molte aspettative sono concentrate sul fondo di fondi che deve mobilitare risorse per la crescita delle pmi, struttura portante del sistema imprenditoriale italiano.
RISPARMIO PRIVATO STRATEGICO PER IL PAESE
"Dati i vincoli di bilancio attuali, le sole risorse pubbliche non sono sufficienti a coprire il fabbisogno, in Italia come in Europa. È pertanto il risparmio privato che deve confermare anche in questa occasione il suo ruolo di bene strategico fondamentale, che deve essere tutelato e promosso, come già la nostra Costituzione richiede, nell'interesse tanto dei singoli risparmiatori quanto del sistema nel suo complesso", ha spiegato Giorgetti aggiungendo che "è nostro compito pertanto assicurare le precondizioni che permettano l'efficiente ed efficace funzionamento dell'ecosistema finanziario, nelle sue vari componenti: il settore bancario e assicurativo, la finanza di mercato, il settore previdenziale". Il ministro ha sottolineato come "è attraverso queste componenti che il risparmio privato può effettivamente mettersi al servizio e a supporto della crescita economica, operando come un potente fattore di crescita sostenibile e inclusiva per la nostra economia e la nostra società". Giorgetti è convinto che "solo attraverso il fluido e corretto funzionamento di questi mercati il risparmio può, da un lato, agire come propulsore per la crescita economica, lo sviluppo e l'inclusione sociale, e dall'altro consentire contestualmente l'accesso dei risparmiatori a rendimenti diversificati per rischio e orizzonte temporale".
LE ATTESE SUL FONDO DI FONDI
"Dal lato del sostegno alla crescita economica, nel settore delle piccole e medie imprese, soprattutto quelle innovative, l'apporto di capitale di rischio viene coperto con fatica dal settore finanziario tradizionale. Il Mef è pienamente consapevole di ciò ed è per questo che sostiene ad esempio lo sviluppo del Fondo nazionale strategico indiretto (Fnsi) di Cdp Equity. Uno strumento efficace, a servizio dell'economia reale. Il governo conta su una partecipazione di sistema nei confronti dello stesso", ha sottolineato il ministro spiegando che "la sua struttura di fondo di fondi è infatti particolarmente adatta all'economia italiana fatta di pmi che difficilmente potrebbero essere servite dai grandi fondi internazionali, strutturalmente orientati a investimenti di grande dimensione".
LE SFIDE SONO SIGNIFICATIVE MA ALLA PORTATA
Transizione digitale, consolidamento della difesa comune, nuove infrastrutture e calo demografico: sono "sfide ampie e significative ma alla portata del nostro Paese".
GOVERNO CONFERMA SERIA GESTIONE CONTI PUBBLICI
In un contesto di accresciuta incertezza, l'Italia è avviata su un "percorso di crescita solido, l'occupazione continua a rafforzarsi, l'inflazione si mantiene stabilmente sotto controllo, mentre il deficit pubblico è in progressiva riduzione", ha proseguito Giorgetti confermando "un'impostazione di serietà e responsabilità e al contempo sostegno agli investimenti, competitività ed export a beneficio della crescita strutturale delle nostre imprese e dell'economia".
RINGRAZIAMENTO A COMPAGNIE PER FIDUCIA IN BTP
Degli oltre 1.000 miliardi di investimenti delle assicurazioni, il 21,2% è rappresentato da titoli di Stato italiani in calo (dell'1,1%) rispetto all'anno precedente: "Vi ringrazio per la fiducia", ha spiegato Giorgetti. Il settore assicurativo è pronto ad aumentare i propri investimenti in titoli del debito pubblico, ha detto il presidente dell'Ania, Giovanni Liverani. "Se, come sta succedendo, l'Italia raggiunge un livello di stabilità che prima, nei tempi passati, aveva meno, noi siamo soltanto contenti di questo e investiremo sempre di più anche nell'economia italiana e ovviamente nel debito pubblico", ha spiegato Liverani. A proposito delle dichiarazioni di Giorgetti, il presidente dell'Ania ha ricordato come il settore sia "un grande investitore istituzionale: 1.000 miliardi di euro sono quasi la metà del Pil, da investire nell'economia reale, nel debito pubblico, nella crescita della produttività e nell'innovazione in Italia e anche nella transizione energetica". E i 245 miliardi già investiti in Btp rappresentano "il 10% dei titoli di Stato in circolazione: un pilastro abbastanza robusto per la nostra finanza pubblica. Vista la situazione di progressivo miglioramento della nostra credibilità economica sui mercati internazionali, della nostra solidità dal punto di vista del rispetto delle regole di bilancio e della spesa pubblica, questa attrattività per i Btp, che in passato è stata forse messa in discussione, aumenterà e quindi aumenterà anche il contributo del settore assicurativo", ha continuato. Come settore assicurativo "noi siamo ovviamente interessati a qualsiasi operazione che consenta di investire le risorse dei nostri assicurati, coerentemente con gli impegni che noi abbiamo preso con loro, quindi rischio, durata e rendimento devono coincidere con le garanzie e le promesse che abbiamo fatto ai nostri clienti", ha continuato Liverani.
PREVIDENZA COMPLEMENTARE POCO DIFFUSA, SERVE RIFORMA
"L'adesione alle forme previdenziali integrative è cresciuta costantemente, ma è lontana dai livelli riscontrabili in altri Paesi e, soprattutto, dai livelli necessari per garantire efficacemente i lavoratori. Affinché il sistema possa svolgere appieno la propria funzione sociale e contribuire allo sviluppo sostenibile del Paese, occorre un insieme organico di misure che ne rafforzi la diffusione, l'equità e l'efficacia", ha detto Giorgetti ricordando che la previdenza complementare in Italia è ancora basata sul quadro normativo definito nel 2005, "in un contesto sociale e demografico ben diverso da quello attuale". Secondo il ministro, "risponderebbe all'interesse dei singoli e a quello generale un sistema di previdenza complementare maggiormente sviluppato che, da un lato riduca il pension gap, garantendo prestazioni più generose, e dall'altro concorra al finanziamento ed allo sviluppo del sistema Paese. Misure idonee a modernizzare e rendere più competitivo il sistema potrebbero essere effettuate lungo tre direttrici, anche traendo ispirazione dalle migliori prassi ed esperienze internazionali: miglioramento dei meccanismi di adesione; incentivi all'incremento della contribuzione, che non necessariamente comportino maggiori oneri a carico dello Stato; stimoli alla competizione e a soluzioni di investimento più efficienti".
NON LASCIARE FAMIGLIE SOLE SU SANITÀ, MUTUALIZZARE COSTI
La spesa sanitaria italiana nel 2023 "è stata di circa 176 miliardi di euro, con una componente pubblica di 130,3 miliardi e una privata di oltre 40 miliardi. Gran parte di quest'ultima è "out of pocket", ovvero a carico completo dei cittadini e non mediata da fondi sanitari o polizze assicurative", ha dichiarato il numero uno di Via XX Settembre precisando che le forme di sanità integrative sono ancora poco diffuse e la disciplina va riordinata. "Le forme sanitarie integrative (fondi e casse sanitarie, società di mutuo soccorso, polizze assicurative) sono relativamente poco sviluppate soprattutto se i circa 5 miliardi di premi e contributi si confrontano con gli oltre 40 miliardi direttamente spesi dai cittadini per farmaci e prestazioni sanitarie non offerte, o offerte con molto ritardo, dal sistema pubblico".
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