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TOP NEWS ITALIA: produzione industriale torna a scendere a maggio (-0,7% m/m)
10/07/2025 15:01
TOP NEWS ITALIA: produzione industriale torna a scendere a maggio (-0,7% m/m)
MILANO (MF-NW)--La produzione industriale italiana, in termini destagionalizzati, si è contratta dello 0,7% su base mensile a maggio, quasi annullando l'aumento dello 0,9% m/m registrato ad aprile. Secondo i dati Istat, la misura corretta per i giorni lavorativi è scesa dello 0,9% su base annua.
I DATI MOSTRANO UN QUADRO SOSTANZIALMENTE STAZIONARIO
Al netto degli effetti di calendario (21 giorni lavorativi contro i 22 di maggio 2024), l'indice generale segna una flessione tendenziale dello 0,9%. Tra i principali comparti, informa una nota dell'Istat, l'energia registra un incremento del 5,3%, mentre risultano in calo i beni strumentali (-0,2%), i beni di consumo (-1,8%) e quelli intermedi (-2,7%). I settori che mostrano i maggiori aumenti su base annua sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+6,1%), l'attività estrattiva (+5,1%) e la fornitura di energia elettrica, gas e vapore (+4,7%). Le contrazioni più ampie si rilevano invece nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-5,6%), nella produzione di farmaci (-5,2%) e in quella di prodotti chimici (-4%). "L'indice complessivo, pur con alcune oscillazioni, mostra livelli sostanzialmente stazionari dall'agosto dello scorso anno. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, l'indice generale è in flessione a maggio. Il calo annuo riguarda tutti i principali raggruppamenti di industrie, ad eccezione dell'energia", spiega l'Istituto.
MANIFATTURA BLOCCATA, PESA LA SAGA DEI DAZI (ING)
Secondo Paolo Pizzoli, senior economist di Ing, i dati pubblicati oggi confermano che il settore manifatturiero italiano fatica ad uscire dalla prolungata fase di stagnazione. "I livelli della produzione aggregata oscillano intorno al minimo ciclico dalla metà del 2024, con scarse evidenze di una possibile inversione di tendenza. La saga dei dazi ha finora ostacolato la domanda esterna e uno scenario geopolitico molto incerto sta limitando la visibilità delle imprese, che non hanno avviato un ciclo di scorte, dato che gli ordini sono piatti", ha affermato l'esperto, sottolineando che una maggiore visibilità sul livello prospettico dei dazi e sull'attuazione del piano tedesco di investimenti infrastrutturali "potrebbe aiutare l'industria italiana nei prossimi mesi, ma l'impatto sarà probabilmente più visibile solo a partire dall'ultima parte del 2025". Nel frattempo, prosegue Pizzoli, l'industria sembra destinata a rimanere fornire contributo minimo alla crescita del Pil, lasciando ai servizi la maggior parte dell'onere della crescita. "A livello settoriale, i settori legati all'energia si confermano i più performanti e, all'altro capo dello spettro, i mezzi di trasporto rimangono i peggiori per quanto riguarda le variazioni annuali. I dati si confermano volatili per il settore farmaceutico, forse influenzato dall'incertezza legata a possibili future tariffe statunitensi sulle esportazioni italiane di farmaci", osserve l'economista. In questo contesto, "prevediamo un rallentamento della crescita del Pil nel secondo trimestre, in seguito al rientro dell'effetto di frontloading delle importazioni statunitensi, e confermiamo la nostra previsione di crescita media del Pil per il 2025 allo 0,6%", conclude Pizzoli.
lvi
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MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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MARKET DRIVER: Technoprobe, Equita Sim conferma buy
10/07/2025 14:55
MARKET DRIVER: Technoprobe, Equita Sim conferma buy
MILANO (MF-NW)--Equita Sim conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 8 euro su Technoprobe (+2,05% a 7,48 euro). "Continua il forte momentum di Tsmc", segnalano gli analisti, che ricordano come la società sia "il principale cliente di Technoprobe".
pl
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FOCUS: in declino dominio cinese su abbigliamento, ecco i competitor secondo Coface
10/07/2025 14:55
FOCUS: in declino dominio cinese su abbigliamento, ecco i competitor secondo Coface
MILANO (MF-NW)--Sebbene la Cina rimanga il principale esportatore mondiale di abbigliamento, il suo dominio si sta indebolendo, con la quota cinese nelle esportazioni globali che è scesa dal 54% nel 2010 al 41% nel 2023. Il predominio del Dragone è stato ammaccato dall'aumento dei costi, dai vincoli normativi e da una specializzazione poco redditizia, spiegano gli analisti di Coface all'interno di uno studio sul settore. Inoltre, Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e la sua politica commerciale aggressiva potrebbero accelerare la diversificazione delle catene di approvvigionamento favorendo in particolare alcuni Paesi del sud-est asiatico.
Il modello economico cinese è basato sulla subfornitura per marchi occidentali, attività manifatturiere molto poco remunerative. Di conseguenza, nonostante il peso significativo in termini di numero di aziende (19% del totale globale), gli operatori cinesi hanno generato solo il 10% dei profitti del settore tra il 2020 e il 2024. La perdita di competitività è inasprita dalla crescita continua dei salari (+6% all'anno in media dal 2010) e da nuovi vincoli normativi, in particolare ambientali, che aumentano i costi di produzione. Tutti segnali che il modello cinese sta perdendo slancio in un contesto di crescente concorrenza globale.
Per quanto riguarda la politica tariffaria degli Stati Uniti e il suo impatto, in un primo scenario in cui tutti i partner commerciali degli Usa sono soggetti a dazi del 10%, ad eccezione della Cina penalizzata più pesantemente, i Paesi meglio posizionati per acquisire quote di mercato sono Bangladesh, Cambogia, Pakistan e Vietnam, spiega Coface. L'India, al 6* posto, potrebbe anch'essa beneficiare dello sviluppo del vasto mercato interno. Inoltre, la rilocalizzazione post-Covid potrebbe favorire Paesi come Albania e Georgia in Europa, ed El Salvador per il mercato statunitense.
In un secondo scenario, l'amministrazione americana introduce dazi differenziati, in linea con le aliquote reciproche annunciate ad aprile e poi sospese. Tali tariffe non sarebbero sufficienti a cancellare il vantaggio competitivo del Bangladesh, che nonostante un tasso elevato (37%), subirebbe un impatto limitato grazie alla poca dipendenza dal mercato statunitense e ai forti legami con l'Unione Europea, spiegano gli esperti. Al contrario, Paesi come Vietnam, Lesotho e Giordania perderebbero maggiore competitività. Gli Stati europei, invece, beneficerebbero di un vantaggio relativo, con dazi più bassi e minore esposizione nei confronti degli Stati Uniti - a meno di un improvviso aumento al 50%, come minacciato da Donald Trump a fine maggio.
esa
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FOCUS: crisi d'impresa, aumentano ristrutturazioni in 2025 (AlixPartners)
10/07/2025 14:52
FOCUS: crisi d'impresa, aumentano ristrutturazioni in 2025 (AlixPartners)
MILANO (MF-NW)--In un contesto segnato da incertezze geopolitiche e pressioni economiche, il 2025 sarà un anno critico per la tenuta delle imprese. Secondo il "Turnaround and Transformation Survey" di AlixPartners, giunto alla ventesima edizione, il 97% dei manager dell'area Emea teme nuove crisi aziendali. I settori più esposti sono automotive, retail e manifatturiero, colpiti dalla combinazione di margini compressi, dazi, interruzioni logistiche e domanda debole.
GEOPOLITICA E DAZI IN PRIMO PIANO
Il 70% degli intervistati prevede nuove interruzioni delle catene di fornitura nei prossimi 12 mesi. Le tensioni commerciali e il crescente numero di governi in transizione continuano a pesare sulla fiducia delle imprese. Il 63% degli esperti si attende un rallentamento della crescita economica in Emea, con il dato che sale all'80% negli Stati Uniti. Il quadro macro peggiora anche sul fronte del credito: il 62% degli operatori segnala la mancanza di liquidità come primo ostacolo nei processi di rilancio aziendale. Il 71% prevede una recessione regionale entro due anni, mentre per il 60% la pressione inflazionistica rimarrà elevata, in parte a causa dell'effetto tariffe. Attese anche riduzioni di personale in circa tre quarti delle aziende.
SOLUZIONI TAMPONE NON BASTANO PIÙ
Il 75% degli intervistati prevede un aumento delle ristrutturazioni stragiudiziali nei prossimi 12 mesi. Tuttavia, la fiducia verso gli strumenti di breve termine è in calo. Le pratiche di "amend & extend" e i piani di liability management vengono percepiti come rimedi temporanei: il 50% dei manager le considera inefficaci rispetto ai problemi strutturali sottostanti. Un dato positivo arriva dall'intelligenza artificiale, vista da quasi l'80% dei professionisti del restructuring come una leva strategica fondamentale. Secondo Mauro Trabatti, Partner & Managing Director di AlixPartners, "in tempi difficili serve una visione integrata che sappia bilanciare efficienza operativa, capacità produttiva e continuità aziendale".
IL PANORAMA ITALIANO
Anche in Italia si confermano i trend Emea, con l'aggiunta di vulnerabilità specifiche nei settori moda ed energivori (ceramica, carta, vetro). Gian Luca Petruzzi, Partner di AlixPartners, sottolinea come il Paese necessiti di un contesto normativo favorevole e strumenti stragiudiziali più efficaci. Il 2024 si è chiuso con un record di 1.089 procedure attivate tramite Composizione Negoziata della Crisi (Cnc), quasi il doppio rispetto al 2023. "Si tratta di uno strumento sempre più diffuso e accettato anche dal sistema bancario", spiega Paolo Rinaldi, Partner & Managing Director. "Cresce inoltre la qualità dei soggetti debitori: quasi un'impresa su quattro non chiede protezione dai creditori, e meno della metà ha bisogno di deroghe patrimoniali"
lvi
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WALL STREET: commento di preapertura
10/07/2025 14:50
WALL STREET: commento di preapertura
MILANO (MF-NW)--I future sui listini azionari statunitensi trattano deboli dopo che il presidente ameircano Donald Trump ha annunciato ufficialmente su Truth Social l'introduzione di un dazio del 50% sulle importazioni di rame, con entrata in vigore prevista per il 1° agosto. Il future sul Dow Jones scende dello 0,17% e quello sull'S&P 500 dello 0,1% con il faro che resta quindi sulle dinamiche commerciali.
"Sembra quasi che i dazi che Trump sta annunciando, ultimo quelli del 50% verso il Brasile, vengano visti come un'arma negoziale per giungere ad un accordo, piuttosto che un rischio effettivo. Oggi dovrebbe giungere la lettera all'Ue, stando a quanto dichiarato da Trump nei giorni scorsi, e vedremo se l'ammontare dei dazi sarà inferiore o maggiore al 20% che era stato annunciato ad inizio aprile. Guardando all'atteggiamento dei mercati europei, si può dedurre che gli operatori sembrino puntare ad un qualcosa di più soft", affermano gli strategist di Mps.
Lato politica monetaria, puntualizzano gli esperti, "ieri sono stati pubblicati i verbali dell'ultima riunione Fed, dalla quale è emersa una spaccatura sulla visione dell'impatto dei dazi sull'inflazione. Mentre alcuni partecipanti hanno osservato che i dazi porterebbero ad un aumento una tantum dei prezzi, la maggior parte dei partecipanti vede il rischio che i dazi possano avere effetti più persistenti. Tutto ciò conferma l'idea che la Fed aspetterà i dati in arrivo in estate, per decidere se ridurre eventualmente i tassi a settembre".
Mark Haefele, Chief Investment Officer di Ubs Global Wealth Management, osserva che l'amministrazione Trump potrebbe indebolire il sentiment di mercato solo nel breve termine, poiché gli investitori hanno già scontato una significativa attenuazione delle tensioni commerciali.
Tuttavia, le prospettive restano costruttive: nei prossimi 12 mesi si prevedono ulteriori rialzi dell'S&P 500, sostenuti da solidi fondamentali. In particolare, l'esperto si aspetta che l'indice raggiunga quota 6.500 entro giugno del prossimo anno, pur con un percorso che potrebbe essere accompagnato da fasi di volatilità.
Sul fronte macroeconomico, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti (dato destagionalizzato) si sono attestate a quota 227.000 unità, in calo di 5.000 unità rispetto al dato rivisto della settimana precedente. Il numero di sussidi continuativi è aumentato di 10.000 unità a quota 1,965 milioni.
Infine, sul fronte societario:
- WK Kellogg vola negli scambi di pre-apertura a Wall Street (+51,14%) dimostrando l'entusiasmo dei mercati dopo le indiscrezioni in merito a una potenziale vendita al gruppo italiano Ferrero. I Ferrero potrebbero finalizzare l'accordo per l'iconica società di cereali entro domenica 13, salvo imprevisti dell'ultimo minuto nei negoziati, secondo fonti a conoscenza del dossier sentite dal Wall Street Journal.
- Delta Air Lines ha registrato un secondo trimestre sopra le attese e ha ripristinato le previsioni per l'intero anno fiscale, nonostante un ritocco al ribasso dovuto al clima di incertezza macroeconomica. In risposta, il titolo accelera nel pre-market a Wall Street segnando un +12,56%.
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alberto.chimenti@mfnewswires.it
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