Eurozona: Pmi manifatturiero settembre finale a 49,8 punti, minimo da 2 mesi
01/10/2025 10:09
Eurozona: Pmi manifatturiero settembre finale a 49,8 punti, minimo da 2 mesi
MILANO (MF-NW)--Alla fine del terzo trimestre, ribaltando il miglioramento di agosto, le condizioni operative delle aziende manifatturiere dell'Eurozona sono peggiorate. La contrazione dell'indice Pmi è stata provocata da un calo degli afflussi di nuovi ordini e da un aumento del tasso di perdita di posti di lavoro. I volumi produttivi hanno continuato ad espandersi, anche se il ritmo di crescita è rallentato notevolmente rispetto al massimo di quasi tre anni e mezzo di agosto. Per quanto riguarda l'attività di acquisto delle aziende manifatturiere, a settembre si è registrata un'accelerazione dei tagli, ma le giacenze delle materie prime e dei semilavorati si sono ulteriormente ridotte. Anche se con le aspettative più basse da aprile, le aziende campione sono risultate generalmente ottimiste e prevedono un aumento della produzione nel corso dei prossimi dodici mesi rispetto ai livelli attuali. Per quanto riguarda i prezzi, alla fine del terzo trimestre si sono registrati cali generali, e sia i costi di acquisto che quelli di vendita sono diminuiti lievemente. Nel dettaglio, quindi, il Pmi a settembre è ritornato a calare, cambiando trend dal primo miglioramento in tre anni osservato ad agosto. Il dato è sceso dai 50,7 punti di agosto a quota 49,8 punti, l'indice principale ha segnalato un peggioramento delle condizioni operative nell'area euro. Detto ciò, il declino è stato nel complesso solo marginale. Negli otto Paesi monitorati dell'area euro, si è registrata una divisione equa tra quelli in crescita e quelli in calo. I Paesi Bassi, dove le condizioni sono migliorate al ritmo più veloce da luglio 2022, guidano la classifica. La Grecia e la Spagna, anche se con rialzi mensili più lenti, hanno continuato a seguire il trend di crescita. L'ultimo Paese dell'Eurozona a riportate un'espansione è stato l'Irlanda. La debolezza è stata riportata nelle tre maggiori economie dell'unione monetaria, Germania, Francia e Italia, con i rispettivi Pmi del manifatturiero che si sono attestati al di sotto del livello critico di non cambiamento a 50 punti. "Anche se lentamente, per il settimo mese consecutivo la produzione nell'Eurozona è aumentata rispetto al mese precedente. Manca un segnale chiaro che le cose stiano per prendere velocità a breve termine. Durante la primavera e l'estate gli ordini in entrata sono leggermente calati per poi rimanere in stagnazione. Di conseguenza, a settembre le aziende hanno continuato a ridurre il personale e le giacenze", afferma Cyrus de la Rubia, Chief Economist di Hamburg Commercial Bank. "Il calo del Pmi è generale, con i rispettivi dati per i beni di consumo, capitali e intermedi tutti in calo nel mese. Soprattutto nelle ultime due categorie, stiamo assistendo a un'interruzione della tendenza al rialzo iniziata alla fine dello scorso anno e che aveva spinto entrambi i settori in crescita entro agosto. Il settore dei beni di consumo, rimasto relativamente stabile rispetto agli altri, potrebbe subire un duro colpo dai nuovi dazi statunitensi del 100% sui prodotti farmaceutici", aggiunge l'esperto. "La stagnazione osservata nel settore manifatturiero può anche essere vista con un'ottica positiva", spiega l'economista. "Considerando gli ostacoli causati dai dazi statunitensi, l'incertezza politica in Francia e Spagna (dove entrambi i governi sono in difficoltà), l'inizio difficile della Germania con la sua nuova amministrazione e le tensioni geopolitiche in senso lato, il settore manifatturiero europeo sta reggendo sorprendentemente bene, mostrando resilienza. Tuttavia, più si posticipano le riforme e il contesto imprenditoriale rimane sfavorevole a causa degli elevati costi energetici e della burocrazia, più diventa difficile per le imprese rimanere redditizie e competitive. In questo scenario, non sorprende che la fiducia delle aziende sia inferiore alla media degli ultimi dieci anni". "Nelle economie di medie dimensioni dell'Eurozona, come i Paesi Bassi e la Spagna, il settore manifatturiero è invece in crescita. Allo stesso tempo, nelle tre maggiori economie, Germania, Francia e Italia, la recessione iniziata nel 2022-2023, anche se non del tutto conclusa, si sta attenuando. Le prospettive del settore manifatturiero tedesco per i prossimi dodici mesi sono in aumento. Questo dato è supportato da un recente rapporto dei principali istituti economici che prevede in questo settore una crescita dell'1,6%. Le aziende manifatturiere francesi, invece, devono affrontare prospettive più modeste, in gran parte a causa della fragilità del loro governo, che presto potrebbe avere problemi nel bilancio 2026", conclude de la Rubia. alb (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)