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Eurozona: concorrenza cinese ha causato perdite significative posti lavoro (Bce)
06/08/2025 11:05
Eurozona: concorrenza cinese ha causato perdite significative posti lavoro (Bce)
MILANO (MF-NW)--L'aumento della concorrenza da parte dei produttori cinesi ha portato a significative perdite di posti di lavoro nell'area euro negli ultimi anni, e questa minaccia è destinata a intensificarsi, poiché i dazi più elevati imposti dagli Stati Uniti costringeranno le imprese cinesi a cercare nuovi clienti altrove, afferma la la Banca Centrale Europea.
Secondo gli economisti della Bce, tra il 2015 e il 2022, circa 240.000 posti di lavoro sono stati eliminati o spostati verso settori meno esposti a causa della concorrenza dei produttori cinesi.
Gli economisti hanno indicato i settori automobilistico e chimico come tra i più vulnerabili alla crescente pressione competitiva dalla Cina. Per il comparto auto, le offerte di lavoro pubblicate sono diminuite del 55% tra il 2019 e il 2024; per quello chimico, il calo ha raggiunto il 95%. Al contrario, nei settori non interessati dalla concorrenza cinese, le offerte di lavoro sono rimaste "relativamente stabili".
Tale concorrenza potrebbe diventare ancora più aggressiva in seguito al forte aumento dei dazi statunitensi sulle importazioni cinesi, che probabilmente ridurranno le vendite verso il più grande mercato mondiale e spingeranno le aziende cinesi ad acquisire nuovi clienti altrove, abbassando i prezzi.
"Dopo gli annunci dell'amministrazione Trump relativi a un aumento dei dazi Usa sui beni cinesi, gli esportatori cinesi potrebbero espandersi o cercare nuovi mercati e reindirizzare progressivamente il commercio verso l'Europa", avvertono gli economisti della Bce. Questo riorientamento del commercio "potrebbe amplificare la penetrazione delle importazioni cinesi nei mercati dell'area euro, mettendo alla prova i produttori locali".
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*Eurozona: +0,3% m/m vendite al dettaglio giugno (+3,1% a/a)
06/08/2025 11:02
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TOP NEWS ESTERO: India lascia tassi fermi tra le minacce di Trump
06/08/2025 11:01
TOP NEWS ESTERO: India lascia tassi fermi tra le minacce di Trump
MILANO (MF-NW)--La Banca centrale dell'India ha mantenuto invariato il tasso di riferimento al 5,5%, nonostante le crescenti minacce di dazi da parte del presidente statunitense Donald Trump. La decisione, in linea con le aspettative degli economisti, segue un taglio consistente di 50 punti base deciso nella precedente riunione di giugno.
Nel suo comunicato di politica monetaria, il governatore della Reserve Bank of India, Sanjay Malhotra, ha affermato che la decisione è stata unanime e ha osservato che, sebbene le sfide legate al commercio globale persistano, le incertezze geopolitiche si sono "in parte attenuate".
TENSIONI CRESCENTI CON USA
La decisione della Rbi arriva in un momento in cui l'India sta affrontando crescenti tensioni con gli Stati Uniti a causa delle sue relazioni commerciali con la Russia. Lunedì Trump ha criticato l'India per l'acquisto di petrolio e armi russe, minacciando dazi più elevati e una "sanzione" non specificata.
L'OUTLOOK DELL'INDIA SECONDO LA BANCA CENTRALE
Sebbene la crescita interna rimanga "resiliente", la Banca centrale ha rilevato che le prospettive per la domanda estera restano "incerte in mezzo a nuovi annunci di dazi e trattative commerciali. I venti contrari derivanti da tensioni geopolitiche prolungate, incertezze globali persistenti e volatilità dei mercati finanziari internazionali rappresentano rischi per le prospettive di crescita", ha affermato la Rbi.
Durante l'ultima riunione, Malhotra aveva segnalato che lo spazio per ulteriori stimoli monetari era limitato dopo il taglio di 50 punti base a giugno. Per questo motivo, la Rbi ha cambiato il proprio orientamento da "accomodante" a "neutrale". Questo implica che il Comitato di Politica Monetaria, principale organo decisionale della Banca centrale indiana, valuterà attentamente i "dati in arrivo e le prospettive in evoluzione per definire il futuro corso della politica monetaria", ha spiegato Malhotra.
La Rbi ha anche confermato la previsione di crescita del Pil per l'anno fiscale che terminerà a marzo 2026 al 6,5%, ma ha rivisto al ribasso la stima di inflazione al 3,1%, rispetto al 3,7% precedente. Il Comitato di Politica Monetaria ha dichiarato che le prospettive di inflazione a breve termine sono "diventate più favorevoli del previsto" e che l'indice dei prezzi al consumo nel 2025 dovrebbe rimanere significativamente al di sotto dell'obiettivo del 4% fissato dalla Banca centrale.
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MARKET DRIVER: Buzzi, B.Akros abbassa tp
06/08/2025 11:00
MARKET DRIVER: Buzzi, B.Akros abbassa tp
MILANO (MF-NW)--Banca Akros conferma la raccomandazione neutral e riduce il prezzo obiettivo da 50 a 45 euro su Buzzi. Alla luce dei risultati semestrali pubblicati dalla società, gli analisti hanno rivisto l'Ebitda dell'esercizio 2025 posizionandolo nella fascia alta della guidance (-6,4% rispetto alla precedente stima). "Per gli esercizi 2026 e 2027, stimiamo un impatto più contenuto sull'Ebitda (-4% e -2% rispettivamente), principalmente grazie a un recupero previsto in Europa Centrale e negli Stati Uniti", aggiungono gli esperti.
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MARKET DRIVER: per la Fed resta il consueto dilemma (Axa IM)
06/08/2025 10:43
MARKET DRIVER: per la Fed resta il consueto dilemma (Axa IM)
MILANO (MF-NW)--"A causa della forte incertezza, la Federal Reserve (Fed) si trova stretta tra un probabile aumento della pressione inflazionistica e una congiuntura economica indebolita dalla politica commerciale. Nonostante le pressioni del presidente Trump, nell'ultima riunione la banca centrale americana ha lasciato i tassi di interesse invariati (fra il 4,25% e il 4,5%). Abbiamo ancora due rapporti sull'occupazione prima del prossimo Fomc del 17 settembre, e per la Fed resta il consueto dilemma, in presenza di un'inflazione al di sopra dell'obiettivo e di rischi al ribasso sul mercato del lavoro: non è quindi da escludersi uno scenario di tassi di interesse stabili nel breve/medio periodo", afferma Alessandro Tentori, Chief Investment Officer Europa di Axa IM.
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