Oro: stabilmente sopra 100 euro/grammo nonostante intesa Usa-Cina su dazi (Unimpresa)
05/11/2025 10:39
Oro: stabilmente sopra 100 euro/grammo nonostante intesa Usa-Cina su dazi (Unimpresa)
MILANO (MF-NW)--Nonostante il lieve calo delle quotazioni legato all'accordo tra Stati Uniti e Cina sui dazi commerciali, il prezzo dell'oro resterà stabilmente sopra i 100 euro al grammo. Lo prevede il Centro Studi di Unimpresa, secondo cui l'intesa tra Washington e Pechino attenua solo temporaneamente la domanda di beni rifugio, ma non modifica il quadro di fondo. "Le tensioni geopolitiche, l'inflazione persistente e la fragilità delle catene globali di fornitura continueranno a sostenere il valore del metallo prezioso. L'oro si conferma bene politico prima ancora che finanziario: Stati Uniti e Germania lo usano come garanzia e strumento di influenza, mentre Cina e Russia lo accumulano per ridurre la dipendenza dal dollaro. Il ritorno al bene scudo spinto anche da fattori politici e geopolitici. Anche la recente decisione di Pechino di eliminare un incentivo fiscale sulle vendite interne è considerata una manovra tattica, non un disimpegno strutturale. Per l'Italia, con 2.452 tonnellate di riserve auree, l'oro è una diga contro crisi e turbolenze valutarie e rafforza la credibilità internazionale del Paese. Parallelamente cresce l'interesse dei risparmiatori italiani verso lingotti, monete e strumenti finanziari legati al metallo prezioso, in funzione anti-inflazione e di protezione patrimoniale. L'oro non conosce default" e rimane il linguaggio universale della fiducia: un bene reale, immune da svalutazioni e instabilità politiche, che continuerà a rappresentare per governi, imprese e famiglie uno scudo di sicurezza economica nel medio periodo. "L'andamento dell'oro nel 2025 racconta più della curva dei mercati, racconta lo stato d'animo del pianeta. Da gennaio ad agosto il prezzo è cresciuto costantemente, superando i 110 euro al grammo: è il segnale di una fiducia fragile, di un'economia mondiale che vive in equilibrio instabile tra guerre, elezioni decisive e nuove tensioni commerciali. Quando la politica vacilla, gli investitori tornano alla sostanza, a ciò che non dipende da algoritmi o da bilanci di Stato, l'oro. La discesa autunnale, pur lieve, non cambi il quadro generale: sopra i 100 euro al grammo l'oro ha trovato una nuova base stabile, un pavimento che riflette la sfiducia verso le regole internazionali e verso la capacità delle grandi potenze di costruire una pace economica duratura. Per l'Italia quelle 2.452 tonnellate custodite tra Roma e Londra sono più di una riserva: sono un simbolo di sovranità, una garanzia di indipendenza. In tempi di bilanci fragili e di geopolitica incerta, l'oro resta la voce più solida del bilancio nazionale. È la bussola che misura la credibilità di chi governa e la fiducia di chi risparmia", commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. Secondo il Centro studi di Unimpresa, l'accordo tra Stati Uniti e Cina per prolungare la tregua sui dazi e allentare i controlli sulle esportazioni ha generato, nelle ultime ore, un temporaneo raffreddamento della domanda di oro come bene rifugio. Le quotazioni hanno mostrato un lieve arretramento, ma il quadro complessivo rimane stabile: il prezzo del metallo prezioso si manterrà stabilmente sopra i 100 euro al grammo, soglia che negli ultimi mesi è diventata un riferimento strutturale per i mercati internazionali. L'intesa tra Washington e Pechino, pur riducendo l'impatto immediato delle tensioni commerciali, non modifica la natura profonda delle incertezze globali: la frammentazione geopolitica, l'inflazione persistente e la vulnerabilità delle catene produttive continuano a sostenere il valore dell'oro. Il metallo giallo conserva, infatti, il ruolo di strumento di garanzia e di riserva di fiducia per governi, banche centrali e risparmiatori. Negli ultimi anni, l'oro è tornato a rappresentare una forma di potere economico e politico. Gli Stati Uniti e la Germania lo utilizzano come riserva strategica, mentre Cina e Russia hanno incrementato le proprie scorte per ridurre la dipendenza dal dollaro e rafforzare la propria autonomia monetaria. È un processo di lungo periodo che accompagna la trasformazione dell'ordine economico mondiale, nel quale la fiducia nelle valute tradizionali appare meno solida e cresce la domanda di beni reali, liquidi e universalmente riconosciuti. In questa prospettiva, anche la decisione di Pechino di eliminare l'incentivo fiscale sulle vendite interne di oro appare come una mossa tattica di gestione dei flussi, più che un segnale di disimpegno. La Cina, pur intervenendo per stabilizzare il mercato domestico, resta tra i principali acquirenti mondiali e continua a considerare il metallo prezioso un pilastro della propria sicurezza economica. L'Italia, con 2.452 tonnellate di riserve auree, si colloca al quarto posto a livello mondiale dopo Stati Uniti, Germania e Francia. Per il nostro Paese, l'oro è molto più di un simbolo: rappresenta una diga contro le crisi valutarie e una garanzia di credibilità internazionale. In un contesto caratterizzato da alto debito pubblico e da politiche monetarie in evoluzione, le riserve auree rafforzano la posizione dell'Italia sui mercati e assicurano un grado di indipendenza che pochi altri strumenti finanziari possono offrire. Negli ultimi mesi è aumentato anche l'interesse dei risparmiatori privati, che si sono orientati verso l'acquisto di lingotti, monete e strumenti finanziari legati all'oro. La motivazione è duplice: da un lato, la ricerca di protezione dal potere erosivo dell'inflazione; dall'altro, la percezione di instabilità dei mercati finanziari tradizionali. Si consolida così una tendenza già emersa dopo la pandemia, che vede l'oro tornare nelle scelte di diversificazione patrimoniale delle famiglie italiane. Tuttavia, si tratta di una forma di investimento prudenziale, da considerare come quota di equilibrio all'interno di un portafoglio più ampio. L'oro, pur essendo un bene reale e immune dal rischio di insolvenza, non produce rendimenti periodici, può essere soggetto a fasi di volatilità e comporta costi di custodia o assicurazione nel caso di detenzione fisica. Quanto alle prospettive di medio periodo, l'oro continuerà a muoversi in un canale di stabilità sopra i 100 euro al grammo, sostenuto dal combinato effetto di tre fattori strutturali: incertezza geopolitica diffusa, con conflitti e tensioni regionali ancora irrisolti; inflazione moderata ma persistente, che mantiene alta la domanda di beni reali; politiche monetarie prudenti delle principali banche centrali, che rallentano la discesa dei tassi e mantengono vivo l'interesse per gli asset di protezione. L'oro, in ogni caso, non conosce default. È una riserva che attraversa crisi economiche, transizioni politiche e cambi di paradigma finanziario. Quando le banche centrali accumulano oro, non compiono un gesto tecnico ma una scelta di politica economica: riaffermano il proprio controllo sulla stabilità e la propria autonomia decisionale. In questo senso, il metallo giallo rimane il linguaggio universale della fiducia, un indicatore di equilibrio in un mondo in cui la ricchezza finanziaria è sempre più virtuale e volatile. Per governi, imprese e famiglie, rappresenta ancora oggi la forma più concreta di sicurezza economica. alb alberto.chimenti@mfnewswires.it (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
MARKET DRIVER: rischi al ribasso limitati per bitcoin nel lungo termine (Bitwise)
05/11/2025 10:38
MARKET DRIVER: rischi al ribasso limitati per bitcoin nel lungo termine (Bitwise)
MILANO (MF-NW)--Il prezzo del bitcoin ha registrato una flessione significativa, sprofondando al di sotto dei 105.000 dollari. L'andamento dei mercati di bitcoin e crypto riflette un contesto macroeconomico caratterizzato da una liquidità più restrittiva, commenta André Dragosch, Head of Research per l'Europa di Bitwise. Nonostante la Federal Reserve abbia annunciato il termine del programma di Quantitative Tightening a dicembre, il suo bilancio continua a ridursi. Questo irrigidimento della liquidità, prosegue l'esperto, "si manifesta anche attraverso l'aumento degli spread nel mercato dei pronti contro termine: ad esempio, lo spread tra il tasso Secured Overnight Financing Rate e il Federal Funds Rate ha raggiunto il livello più alto dall'inizio dell'anno". Questa dinamica ha innescato una fase di risk-off generalizzato su tutte le asset class, comprese le azioni statunitensi e gli asset digitali. Tuttavia, prosegue l'esperto, "il fatto che le tensioni di liquidità interbancaria stiano già diventando visibili suggerisce una probabilità crescente di intervento da parte della Fed per fornire ulteriore liquidità e salvaguardare la stabilità finanziaria". Questo significherebbe un ritorno anticipato a politiche di Quantitative Easing, che garantirebbe un forte elemento di sostegno per bitcoin e crypto. In sostanza, conclude l'esperto, "i problemi di liquidità potrebbero rappresentare un fattore ribassista nel breve termine, ma positivo nel medio-lungo periodo". Al contempo, il sentiment di mercato appare estremamente negativo, spiega l'esperto, con l'indice Crypto Fear & Greed che ha toccato la soglia di paura estrema e il Cryptoasset Sentiment Index che evidenzia una divergenza rialzista, segnale che il mercato potrebbe trovarsi vicino a una fase di esaurimento dei venditori. Allo stesso tempo, continua Dragosch, "si osserva che i portafogli Bitcoin, nel loro complesso, hanno ricominciato ad accumulare in modo significativo". Nel complesso, il sentimment negativo registrato dai mercati, unito alla prospettiva di una politica monetaria più accomodante, indica che i rischi al ribasso per gli asset digitali restano limitati e i prezzi attuali offrono un rapporto rischio/rendimento favorevole. cba (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)