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MARKET DRIVER: Lemon Sistemi, Websim C.R. conferma buy
29/09/2025 13:02
MARKET DRIVER: Lemon Sistemi, Websim C.R. conferma buy
MILANO (MF-NW)--Websim Corporate Research conferma la raccomandazione buy con prezzo obiettivo a 3,5 euro su Lemon Sistemi (+0,5% a 2,03 euro sull'Egm). "Il giudizio sui risultati del primo semestre è positivo", commentano gli analisti, che definiscono poi "molto positiva" la notizia dell'ingresso di Enasarco Energia nel capitale con il 25%. "L'ingresso di un partner istituzionale come Enasarco Energia", spiegano gli esperti, "rappresenta un forte segnale di fiducia nella strategia di crescita e nel posizionamento di Lemon Sistemi nel settore fotovoltaico, che rafforza ulteriormente il legame con la Fondazione Enasarco, già presente nel capitale di Lemon Sistemi attraverso la controllata Miria Group. L'accordo apre a sinergie industriali e commerciali nei servizi energetici e può accelerare la penetrazione nei segmenti B2B e residenziale. Si tratta, inoltre, di un'operazione market friendly, in quanto a differenza dell'ingresso di Miria Group, avvenuto con un aumento di capitale riservato a sconto del 42% rispetto al prezzo di mercato, in questo caso le azioni sono vendute a sconto del 23% dai principali azionisti, che sacrificano parte delle proprie partecipazioni a beneficio di tutti i soci. Confermiamo la nostra visione positiva sul titolo". pl paola.longo@mfnewswires.it (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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SOTTO LA LENTE A WALL STREET
29/09/2025 13:01
SOTTO LA LENTE A WALL STREET
(MT Newswires) MILANO (MF-NW)--Ecco i titoli più chiacchierati, i più comprati e i più venduti nel premercato a Wall Street. Tilray Brands sale di quasi il 21% nel premercato, invertendo il calo del 3,4% registrato nella seduta di venerdì. Oklo sale del 3,8% prima dell'apertura di Wall Street, dopo un calo del 7,2% nella seduta precedente. Nvidia avanza dello 0,7% nelle contrattazioni pre-apertura a Wall Street, dopo un incremento dello 0,3% alla chiusura di venerdì. Tesla sale dello 0,7% poche ore prima dell'apertura di Wall Street, dopo un rialzo del 4% nella seduta precedente. UnitedHealth Group sale dello 0,4% nel premercato, invertendo il calo dello 0,4% registrato venerdì. Opendoor Technologies scende dello 0,6% prima dell'apertura di Wall Street, dopo un calo del 3,1% alla chiusura di venerdì. Novo Nordisk scende del 2,9% nelle contrattazioni premercato, dopo aver chiuso la seduta precedente con un calo dello 0,8%. Intel scende dell'1,4% nel premercato, invertendo il rialzo del 4,4% registrato alla chiusura di venerdì. alb alberto.chimenti@mfnewswires.it A3466179 MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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FOCUS: impatto dazi Usa su pharma incerto, sono punto di svolta per equilibri globali (Scope)
29/09/2025 12:50
FOCUS: impatto dazi Usa su pharma incerto, sono punto di svolta per equilibri globali (Scope)
MILANO (MF-NW)--Tra due giorni entreranno in vigore i dazi statunitensi sui farmaci, sui principi attivi e sui precursori e gli analisti di Scope Ratings si soffermano sulla clausola che permette l'esenzione a quelle società che hanno già avviato cantieri per la realizzazione di impianti produttivi negli States voluta dal presidente Trump. Le aziende farmaceutiche più grandi e con rating investment grade, secondo gli analisti, "sembrano inevitabilmente meglio posizionate per assorbire i costi diretti e indiretti aggiuntivi rispetto alle aziende più piccole, che di conseguenza si trovano ad affrontare un rischio di credito più elevato e una potenziale volatilità dei rating". Indipendentemente dalle dimensioni dell'azienda, tuttavia, il settore si trova a un potenziale punto di svolta, "in cui la politica statunitense è destinata a rimodellare profondamente la redditività, le priorità di investimento e la solidità del credito a lungo termine, soprattutto se i costi di investimento e della catena di approvvigionamento, determinati dalla politica, elimineranno la spesa per ricerca e sviluppo, mettendo a repentaglio i flussi di cassa a lungo termine". L'industria europea non è rimasta ad aspettare e da un lato ha messo in atto un accumulo di scorte a breve termine per proteggere le vendite negli Stati Uniti e dall'altro avviato investimenti per aumentare la produzione negli Stati Uniti nel lungo termine. Tuttavia, sebbene allineare le attività di produzione e regolamentazione ai requisiti della Federal Drug Administration e alle esigenze dei pazienti locali sia indispensabile, "considerando che gli Stati Uniti rappresentano circa il 40% delle vendite farmaceutiche globali, il prezzo da pagare non è basso", sottolineano da Scope Ratings. Aziende europee come AstraZeneca, Gsk, Novartis, Roche e Sanofi hanno promesso circa 170 miliardi di dollari di investimenti negli Stati Uniti nei prossimi anni, pari a oltre la metà dei 314 miliardi di dollari promessi dalle più grandi aziende farmaceutiche mondiali. Sebbene gli impegni di investimento del settore europeo segnalino l'allineamento con gli obiettivi politici degli Stati Uniti, l'impatto complessivo sul credito rimane incerto, in parte dipendendo dall'imposizione da parte degli Stati Uniti di tariffe sui farmaci finiti o su input come principi attivi e imballaggi. "I dazi sui farmaci di marca sarebbero i più dannosi per la redditività", spiegano gli analisti, in quanto "in primo luogo, rappresentano gran parte della struttura dei costi del settore" e in secondo luogo "le aziende non possono trasferire costi più elevati ai clienti nei loro mercati nazionali a causa dei prezzi regolamentati in Europa". Al contrario, se la Casa Bianca prendesse di mira i principi attivi, l'impatto sarebbe meno grave, "poiché rappresentano solo circa il 10% del costo di un farmaco finito a piccole molecole. Il prezzo degli ingredienti può spesso essere rinegoziato lungo la catena del valore". In questo contesto, il rischio principale secondo Scope "risiede piuttosto in un flusso di cassa più volatile e in investimenti potenzialmente più elevati se i nuovi dazi dovessero causare colli di bottiglia nella produzione, un problema amplificato dalla dipendenza del settore da una catena di approvvigionamento globale frammentata, con la produzione di principi attivi concentrata in una manciata di regioni, in particolare Cina e India". Solo circa il 15% del volume di ingredienti per farmaci di marca viene prodotto negli Stati Uniti, mentre circa il 43% proviene dall'Ue. "I produttori non possono facilmente mitigare i costi aggiuntivi della catena di approvvigionamento, date le barriere normative al cambio di fornitore". Riassumendo, per l'industria europea, il potenziale impatto finanziario dai dazi complessivo è duplice. In primis, "le pressioni sui costi legate ai dazi coinciderebbero con un dollaro più debole, comprimendo ulteriormente i margini per le aziende europee che fatturano in euro o franchi svizzeri" e in secondo luogo "gli impegni di spesa in conto capitale su larga scala degli Stati Uniti sollevano interrogativi sull'allocazione del capitale". Questo perchè "mentre gli investimenti in nuovi impianti supportano la resilienza dell'offerta a lungo termine, aumentano i deflussi di cassa iniziali e potrebbero limitare la flessibilità finanziaria. Capex elevate possono escludere la spesa in ricerca e sviluppo, che in genere assorbe il 15-20% del fatturato per i principali operatori ed è uno dei principali motori della solidità del credito a lungo termine". bon andrea.bonfiglio@mfnewswires.it (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
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*Borsa Mumbai: Sensex chiude a -0,08% a 80.364,94 punti
29/09/2025 12:46
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MARKET DRIVER: future Ws in rialzo, faro su dati mercato del lavoro Usa
29/09/2025 12:40
MARKET DRIVER: future Ws in rialzo, faro su dati mercato del lavoro Usa
MILANO (MF-NW)--I future sui listini azionari statunitensi trattano in rialzo, con quello sul Dow Jones che guadagna lo 0,52% e quello sull'S&P 500 che avanza dello 0,56%. Mark Haefele, Chief Investment Officer di Ubs Global Wealth Management, evidenzia come le azioni statunitensi abbiano registrato una flessione la scorsa settimana a causa di rinnovate preoccupazioni sulle valutazioni e sul ritmo dell'allentamento delle politiche monetarie. Dopo il recente forte rialzo, un periodo di consolidamento dei mercati azionari non appare sorprendente, puntualizza l'esperto. Storicamente le valutazioni elevate non si sono dimostrate un indicatore affidabile dei rendimenti nei 12 mesi successivi. Questa settimana sarà particolarmente importante per i mercati, considerato il flusso di importanti dati macro che saranno pubblicati, ed in particolare quello relativo al mercato del lavoro Usa (venerdì), ovvero l'osservato speciale per la Federal Reserve, affermano gli strategist di Mps. Gli esperti sottolineano che gli ultimi dati sui sussidi di disoccupazione settimanali hanno visto un deciso calo delle richieste, il che fa ben sperare per un possibile miglioramento del dato sui nuovi occupati nel mese di settembre. Il dato è particolarmente importante, in quanto al momento il mercato non è più tanto convinto che la Fed possa ridurre di 50 punti base i tassi da qui a fine anno, ed un miglioramento degli occupati potrebbe spostare l'asticella verso un unico taglio da 25 pb. Nella giornata odierna, concludono da Mps, l'attenzione si concentra sul tema dello shutdown, con il presidente americano, Donald Trump, che incontrerà i principali leader del Congresso di entrambi i partiti per raggiungere un accordo su una legge di spesa per evitare che dal 1° ottobre possa verificarsi lo shutdown delle attività federali. Ai repubblicani servono almeno sette voti di esponenti democratici al Senato per far approvare la legge. ava (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)