FOCUS: non bisogna aver paura di investire quando il mercato è ai massimi storici (Schroders)
28/07/2025 11:08
FOCUS: non bisogna aver paura di investire quando il mercato è ai massimi storici (Schroders)
MILANO (MF-NW)--Dopo il forte crollo registrato ad aprile, il mercato azionario statunitense ha messo a segno un rimbalzo ancora più marcato, spingendosi recentemente su nuovi massimi storici. Un movimento che ha alimentato l'inquietudine di molti investitori, preoccupati dalla possibilità di una correzione imminente. Secondo un'analisi di Schroders, però, questo timore sarebbe infondato.
"Molti investitori hanno parcheggiato la liquidità, attratti dai tassi elevati offerti dalle soluzioni più difensive. Investire quel denaro proprio quando l'azionario è ai massimi storici può sembrare scomodo. Ma lo è davvero? La nostra risposta è chiara: no", afferma Duncan Lamont, responsabile della ricerca strategica di Schroders.
LE DIFFERENZE SI ACCUMULANO NEL TEMPO
Lo studio mostra infatti che il mercato azionario americano è stato ai massimi storici più spesso di quanto si pensi: "Dei 1.187 mesi trascorsi da gennaio 1926, il mercato ha toccato un nuovo massimo in 363 di essi, ovvero nel 31% dei casi". In media, i rendimenti reali (cioè al netto dell'inflazione) a 12 mesi dal raggiungimento di un massimo sono stati superiori rispetto agli altri periodi: +10,4% contro +8,8%.
Quando si guarda a orizzonti più lunghi, come due o tre anni, le performance risultano simili indipendentemente dal fatto che l'investimento sia partito da un massimo o meno. Ma è sul lungo termine che emerge la differenza più evidente. Chi avesse investito 100 dollari nel mercato azionario statunitense nel gennaio 1926 si ritroverebbe, a fine 2024, con un capitale di 103.294 dollari in termini reali, pari a una crescita annualizzata del 7,3%.
Al contrario, una strategia basata sul disinvestire ogni volta che il mercato tocca un nuovo massimo e rientrare solo quando non lo è avrebbe generato appena 9.922 dollari. Una perdita del 90% rispetto alla strategia buy-and-hold. Il rendimento reale sarebbe stato del 4,8% annuo. Su orizzonti lunghi, queste differenze possono diventare estremamente significative, sottolinea Lamont.
NON BISOGNA FARSI GUIDARE DALLE EMOZIONI
Sebbene l'analisi copra quasi un secolo, i risultati restano validi anche su archi temporali più brevi: gli investitori che si fossero fatti intimidire dai nuovi record avrebbero comunque rinunciato a un'importante opportunità di accumulo di ricchezza. "È normale sentirsi nervosi quando si investe e il mercato azionario è ai massimi storici, ma la storia dimostra che cedere a questa sensazione sarebbe molto dannoso per il vostro patrimonio. Ci possono essere validi motivi per non amare le azioni, ma il fatto che il mercato sia ai massimi storici non dovrebbe essere uno di questi", conclude l'esperto.
lvi
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FOCUS: è la settimana più densa dell'anno per i mercati (eToro)
28/07/2025 10:59
FOCUS: è la settimana più densa dell'anno per i mercati (eToro)
MILANO (MF-NW)--È la settimana più densa dell'anno per i mercati. Al centro di tutto, ancora una volta, i dazi, mentre il cuore della stagione delle trimestrali batte all'unisono con i grandi appuntamenti macro. Il 1* agosto è la scadenza fissata per l'entrata in vigore delle nuove tariffe Usa. "L'intesa raggiunta in extremis con l'Unione Europea ha scongiurato lo scenario peggiore, ma restano sul tavolo dossier aperti con Canada, Corea del Sud, India e Cina. La tregua è fragile, e il rischio sistemico è stato solo posticipato", afferma Gabriel Debach, market analyst di eToro.
I mercati guardano anche altrove. Mercoledì 30 tocca alla Federal Reserve: il Fomc dovrebbe lasciare i tassi fermi tra il 4,25% e il 4,50%, ma sarà il linguaggio del presidente Jerome Powell, in conferenza stampa alle 20:30 italiane, a determinare l'umore degli investitori. A pesare, più dei dati, saranno le pressioni politiche. "Trump chiede tagli immediati, ma la Fed prende tempo e il nodo è sempre lo stesso: l'impatto dei dazi sull'inflazione", sottolinea Debach.
Nel frattempo, arriveranno importanti dati macro. Giovedì sarà pubblicato il core Pce di giugno, la misura preferita dalla Fed: attese a +0,3% mese su mese. Venerdì 1 agosto toccherà al Job Report di luglio: attesi solo 102.000 nuovi occupati, il dato più debole da febbraio, con disoccupazione in salita al 4,2%. Negli stessi giorni usciranno anche i Pil preliminari dell'Eurozona e dei suoi principali Paesi. Le stime indicano una stagnazione a livello aggregato, con contrazione per la Germania (-0,1%) e timidi segnali positivi da Francia (+0,1%), Italia (+0,2%) e Spagna (+0,6%). L'inflazione, invece, dovrebbe scendere sotto il 2% ovunque, eccetto in Spagna. In Asia, fari puntati sul Giappone: giovedì 31 la BoJ deciderà sui tassi (attesi invariati), mentre tra martedì e venerdì arriveranno dati su produzione industriale, inflazione, vendite al dettaglio e occupazione.
Ma è la stagione delle trimestrali a catalizzare l'attenzione. In cinque giorni pubblicano Microsoft, Meta, Apple e Amazon. Quattro nomi che, da soli, pesano il 25% dello S&P 500. Intorno a loro ruotano i conti di Boeing, PayPal, Visa, Mastercard, Spotify, Merck, Qualcomm, AbbVie, Exxon, Chevron, Ford, Altria, ARM, Coinbase, Cloudflare e Reddit. Le attese sono alte, ma anche i rischi. Gli operatori si preparano a una settimana ad alta volatilità, con molte opzioni che prezzano movimenti a doppia cifra post-earnings.
In Italia sarà una vera valanga. Sono attese le semestrali di Stellantis, Ferrari, Enel, Intesa Sanpaolo, Pirelli, Nexi, Leonardo, Prysmian, Campari, Recordati, Diasorin, Azimut, Technogym, Fineco, Terna, Amplifon, Brembo, Reply e molte altre. "Un passaggio chiave per testare la tenuta delle grandi capitalizzazioni italiane in un contesto di tensioni commerciali e rotazione settoriale", commenta l'esperto.
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