Conti pubblici: Fmi stima deficit/Pil Italia a 3,3% in 2025, 2,8% in 2026
15/10/2025 16:02
Conti pubblici: Fmi stima deficit/Pil Italia a 3,3% in 2025, 2,8% in 2026
ROMA (MF-NW)--Il rapporto deficit/Pil è previsto al 3,3% nel 2025, per poi scendere al 2,8% nel 2026, al 2,7% nel 2027 e al 2,3% nel 2028 e risalire al 2,4% nel 2029 e al 2,5% nel 2030. E' quanto indica il Fiscal monitor del Fondo monetario internazionale. Per quanto riguarda il debito in rapporto al Pil, il Fondo prevede che si attesti al 136,8% quest'anno per salire al 138,3% nel 2026 e al 138,5% nel 2027; il debito/Pil scenderà poi al 137,9% nel 2028, al 137,3% nel 2029 e al 137% nel 2030. rov (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
WALL STREET: commento di apertura
15/10/2025 15:38
WALL STREET: commento di apertura
MILANO (MF-NW)--Avvio in rialzo a Wall Street. Il Dow Jones sale dello 0,34%, l'S&P 500 dello 0,68% e il Nasdaq Composite dello 0,95%. Le trimestrali Usa, finora solide, stanno compensando i timori legati alle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina. C'è un "clima più disteso sui mercati, nonostante le persistenti incertezze legate alle tensioni" commerciali "tra Stati Uniti e Cina", affermano gli strategist di Mps. Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, sottolineano gli esperti, "ha lasciato intendere la possibilità di un ulteriore taglio dei tassi di interesse da 25 punti base nella riunione di fine mese, sottolineando il rallentamento delle assunzioni e il rischio di un ulteriore deterioramento economico. Powell ha inoltre anticipato che nei prossimi mesi la Fed potrebbe sospendere il processo di riduzione del bilancio (QT)". Al momento, "il mercato statunitense appare leggermente sopravvalutato, con preoccupazioni legate alle valutazioni elevate e a possibili eccessi nel settore dell'AI. Tuttavia, dal punto di vista fondamentale, l'ambiente resta solido, soprattutto considerando il prossimo anno", affermano gli strategist di Unicredit. In questo contesto, e a meno di battute d'arresto temporanee, gli esperti non vedono "fattori dirompenti, ma piuttosto un sostegno continuo derivante dalla solida crescita degli utili aziendali negli Stati Uniti". Negli ultimi mesi, "il mercato azionario sembra capace di fare una sola cosa, salire, con i guadagni alimentati dall'entusiasmo per l'aumento degli investimenti nell'intelligenza artificiale. La spesa delle aziende per l'AI ha continuato infatti a essere impressionante, soddisfacendo o superando le aspettative degli analisti. Da tempo ormai avverto che le valutazioni delle azioni statunitensi sono estremamente elevate, il che le rende vulnerabili a qualsiasi sviluppo negativo, che potrebbe provocare una forte correzione", afferma infine Kristina Hooper, chief strategist di Man Group. Detto questo, l'esperta non è convinta che "la minaccia dei dazi di venerdì scorso e le tensioni tra Stati Uniti e Cina possano essere il fattore scatenante di un calo superiore al 10%, a meno che i dazi non vengano effettivamente applicati. Per ora, simili dichiarazioni sembrano far parte piuttosto di una mossa in vista di nuove trattative commerciali". Sul fronte macroeconomico, l'indice che misura il volume delle richieste di mutui negli Stati Uniti è sceso dell'1,8% nella settimana terminata il 10 ottobre, dopo la discesa del 4,7% nell'ottava precedente. Secondo la Mortgage Bankers Association (Mba), le domande di mutui per l'acquisto di una nuova casa sono calate del 3%. Le richieste per rifinanziare un mutuo esistente, che sono più sensibili alle variazioni a breve termine dei tassi di interesse, sono invece scese dell'1%. L'indice manifatturiero Empire State della Federal Reserve di New York è invece rimbalzato a 10,7 punti a ottobre, rispetto ai -8,7 di settembre, stracciando il consenso degli economisti a -1,8 punti. L'indice Empire State rappresenta la prima rilevazione del settore manifatturiero di ottobre e suggerisce un ritorno alla fase di espansione. I sottocomponenti dell'indice ù nuovi ordini, spedizioni, occupazione e prezzi pagati ù sono tutti aumentati nel mese e si sono attestati al di sopra del punto di pareggio. Sul fronte societario: - le azioni di Morgan Stanley salgono del 6,12% grazie a utili e ricavi superiori alle attese. La banca ha registrato un utile di 2,8 dollari per azione su ricavi di 18,22 miliardi di dollari, mentre gli analisti intervistati da Lseg avevano previsto un profitto di 2,1 dollari per azione su ricavi di 16,7 miliardi di dollari. - le azioni di Bank of America salgono del 4,14% dopo che il colosso bancario ha riportato risultati migliori delle attese degli analisti. La società ha guadagnato 1,06 dollari per azione su ricavi di 28,24 miliardi di dollari, rispetto alle stime di 95 centesimi per azione su ricavi di 27,5 miliardi di dollari. I risultati sono stati sostenuti dai forti ricavi del settore investment banking. alb alberto.chimenti@mfnewswires.it (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)