PUNTO DEL MATTINO AMERICANO: 4 NOVEMBRE 2025
                                            04/11/2025 12:16
                                                
                                                    PUNTO DEL MATTINO AMERICANO: 4 NOVEMBRE 2025
                                                      MILANO (MF-NW)--I future sui listini azionari statunitensi trattano in calo, con quello sul Dow Jones in discesa dello 0,65% e quello sull'S&P 500 dello 0,98%.       C'è "un crescente nervosismo sui mercati. Nonostante i risultati solidi, la trimestrale di Palantir non è stata accolta positivamente dagli operatori, alimentando i timori legati alle valutazioni elevate. Alcuni ad di grandi banche, tra cui Morgan Stanley e Goldman Sachs, hanno lanciato l'allarme su un possibile rischio di correzione dell'equity nei prossimi mesi", affermano gli strategist di Mps.       In sottofondo, proseguono gli esperti, "sono presenti tensioni sul mercato monetario statunitense: lo spread tra il tasso Sofr (costo del repo vs treasury) e il tasso sulle riserve bancarie presso la Fed che continua a salire, raggiungendo i massimi dal 2020. Un segnale che, pur non indicando una malattia conclamata, evidenzia però alcune linee di febbre del paziente".       Infine, aggiungono da Mps, "le relazioni diplomatiche tra Usa e Cina restano fragili. Dopo le dichiarazioni del presidente americano, Donald Trump, secondo cui i chip di ultima generazione di Nvidia (Blackwell) non saranno ceduti a terze parti, probabilmente su pressione interna, tra cui il Segretario di Stato Rubio, la Cina si è fatta sentire tramite il suo ambasciatore negli Usa, Xie Feng, il quale ha dichiarato che ci sono quattro linee rosse da non oltrepassare (Taiwan, democrazia e diritti umani, sistema politico del Paese e diritti di sviluppo)".       Con i dati macroeconomici Usa che escono con il contagocce, l'attenzione questa sera sarà rivolta alla trimestrale di Amd, altro player importante nel mondo legato all'intelligenza artificiale, concludono gli strategist.      DATI       14:55 USA Indice settimanale Redbook    16:00 USA Ordini di fabbrica settembre    16:00 USA Ordini beni durevoli settembre	      AZIONI   	    Starbucks formerà una joint-venture con Boyu Capital per gestire le proprie attività in Cina.      Palantir ha pubblicato conti superiori alle attese degli analisti e ha fornito una guidance per il quarto trimestre oltre le previsioni, attribuendo gran parte dei risultati all'intelligenza artificiale. Il titolo, che negli ultimi tre anni è salito di 25 volte (+173% da gennaio), ha inizialmente guadagnato nelle contrattazioni after hours, per poi invertire la rotta e perdere circa il 4%.      VALUTE   	    Il dollaro resta vicino ai massimi di tre mesi mentre una Federal Reserve divisa ha spinto i trader a ridimensionare le scommesse su ulteriori tagli dei tassi d'interesse. I membri della Fed hanno continuato a esprimere opinioni contrastanti sullo stato dell'economia e sui rischi che essa affronta in assenza di dati economici, sospesi a causa della chiusura del governo federale. La scorsa settimana la Fed ha tagliato i tassi, ma il presidente Jerome Powell ha suggerito che potrebbe trattarsi dell'ultimo taglio dell'anno.      OBBLIGAZIONI   	    I rendimenti dei Treasury trattano in calo mentre gli investitori attendono novità sullo stato di salute dell'economia americana e sull'outlook della politica monetaria della Federal Reserve. Il rendimento del Treasury biennale è in lieve rialzo al 3,584%, quello del decennale al 4,093% e quello del trentennale al 4,675%.  alb  alberto.chimenti@mfnewswires.it  (fine)    MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)  
                                                
                                        
                                        
                                                UPDATE: il 16% del Pil alle pensioni e meno del 4% a istruzione, la fuga dei laureati costa 7 mld l'anno (Unipol-Teha)
                                            04/11/2025 12:14
                                                
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                                                      ROMA (MF-NW)--In Italia, il welfare - nelle sue quattro componenti sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione - assorbe 669,2 miliardi di euro pari al 60,4% del totale della spesa pubblica, con la componente previdenziale che pesa per il 16% del Pil, contro una media dell'Eurozona del 12,3%. Al contrario, istruzione (3,9% del Pil) e politiche sociali (4,9% del Pil) restano sotto la media europea. La fuga dei laureati - oltre 49.000 solo nel 2024 - costa al Paese 6,9 miliardi l'anno. In un contesto demografico in rapido cambiamento, con le nascite ai minimi e il saldo naturale negativo anche a seguito di un invecchiamento accelerato, la soluzione passa per una strategia nazionale che punti sul capitale umano mettendo le persone al centro. Allineando l'Italia ai benchmark europei su occupazione giovanile, femminile, stranieri, partecipazione 60-69enni, si può attivare un incremento occupazionale di circa 2,8 milioni di unità e una crescita del Pil fino a 226 miliardi di euro, pari a +10,6% rispetto ai livelli attuali. E' quanto sottolinea il rapporto 2025 del Think Tank Welfare, Italia, iniziativa promossa da Unipol in collaborazione con Teha Group presentato nel corso del Forum Welfare, Italia dal titolo 'Capitale Umano: la nuova leva della competitività nazionale'. La configurazione della spesa per il welfare, secondo i risultati del rapporto, conferma l'esigenza di riequilibrare gli impieghi verso i fattori abilitanti di crescita - scuola e competenze, politiche sociali attive, salute e prevenzione - per rafforzare la produttività e il benessere della collettività.      GLI AUMENTI IN TUTTE LE COMPONENTI DI SPESA    Il rapporto evidenzia inoltre che tutte le componenti di spesa sono cresciute nel periodo 2019-2025: politiche sociali (+35,2%), previdenza (+25,3%), sanità (+24,8%) e istruzione (+21,1%). Le previsioni Def 2025 indicano ulteriori aumenti nel breve termine, riconoscendo l'urgenza della riallocazione verso investimenti "ad alto moltiplicatore sociale".      SPESA PER ISTRUZIONE AL 3,9% DEL PIL, DISPERSIONE SCOLASTICA AL 10%    La spesa per istruzione in Italia è il 3,9% del Pil (sotto la media dell'Eurozona pari a 4,6%), con una spesa per studente inferiore a quella dei principali Paesi europei. Persistono dispersione scolastica (9,8% dei 18-24enni, oltre 400mila giovani) e una quota di laureati 25-34 anni ancora bassa (31,6% vs una percentuale europea pari a 44,1%).      LA FUGA DEI LAUREATI COSTA ALL'ITALIA 7 MLD L'ANNO    L'Italia registra una fuga di laureati - oltre 49 mila nel 2024 - con un costo stimato di 6,9 miliardi l'anno, mette in evidenza il rapporto. La disoccupazione giovanile è al 19,3%, mentre l'occupazione femminile  - pari al 57,4% - rimane sotto la media Ue di oltre 13 punti (70,8%). Il rapporto sottolinea quindi la necessità di agire su occupazione giovanile, femminile e senior, riduzione dei divari retributivi, qualità del lavoro e benessere organizzativo, per trasformare istruzione e competenze in partecipazione effettiva e in produttività. L'Italia, mette ancora in evidenza il rapporto, è tra i Paesi Ue con minor capacità di attrarre studenti universitari stranieri e presenta quote limitate di lavoratori immigrati ad alta qualifica. Servono incentivi mirati, internazionalizzazione di atenei e ricerca, percorsi di carriera competitivi e condizioni abilitanti per trattenere e attirare capitale umano ad alto valore aggiunto.      FOCUS SU GIOVANI, DONNE E STRANIERI PER SPINGERE CRESCITA E OCCUPAZIONE    Secondo l'analisi del think tank, se l'Italia si allineasse ai benchmark europei su occupazione giovanile, femminile, stranieri, partecipazione 60-69enni, si potrebbe attivare un incremento occupazionale di circa 2,8 milioni di unità e una crescita del Pil fino a 226 miliardi di euro, pari a +10,6% rispetto ai livelli attuali. L'obiettivo è un welfare sostenibile, inclusivo ed equo, fondato su capitale umano e prevenzione, in grado di unire crescita economica e coesione sociale e di sostenere la competitività di lungo periodo del Paese. Uno dei nodi da monitorare è l'andamento demografico in rapido cambiamento: le nascite sono ai minimi, e il saldo naturale è negativo con un invecchiamento accelerato. Dopo oltre un secolo di crescita, dal 2014 la popolazione italiana diminuisce: -0,4% è il tasso medio annuo (2014-2024). Nel 2024 si registra un nuovo minimo storico di nascite (370mila), con un saldo naturale di -281 mila. Le proiezioni demografiche indicano che, nello scenario mediano di Istat, la popolazione scenderà a 54,8 milioni nel 2050 e a 46,1 milioni nel 2080, con l'incidenza degli over 65 in aumento fino al 34,9% al 2050. Ciò implica minore base contributiva e maggior domanda di servizi sociali e sanitari: un motivo ulteriore per investire sul capitale umano come asse di sostenibilità.      CRESCE GAP TRA NORD E SUD, TRENTO IN VETTA E CALABRIA FANALINO DI CODA    Sul welfare il Paese risulta sempre diviso in due con una frattura che si amplia tra regioni che corrono e altre che arretrano. Nel 2025 aumenta la divisione tra Nord, Centro e Sud nella capacità di risposta dei sistemi di welfare regionali. Nel Welfare Italia Index 2025, l'amministrazione territoriale con il punteggio più elevato è la pubblica amministrazione di Trento (83,8 punti), dalla Pa di Bolzano (80,4 punti) e dal Friuli-Venezia Giulia (78,3). Dal lato opposto del ranking, in fondo alla classifica, si posizionano la Campania (62,0 punti), la Basilicata (60,7 punti) e la Calabria (60,2 punti). L'edizione 2025, rispetto ai dati 2024, segnala una costante polarizzazione nella capacità di risposta del sistema di welfare delle Regioni italiane. Il divario tra Regione best e worst è infatti pari a 23,6 punti (in aumento di 1,9 punti rispetto all'edizione precedente).      LA PREVENZIONE COME INVESTIMENTO PER RENDERE IL WELFARE SOSTENIBILE    La prevenzione è una leva "cruciale" per la sostenibilità del welfare: riduce i costi sistemici, migliora gli esiti di salute e consente alle persone di esprimere appieno il proprio potenziale lungo tutto l'arco della vita. Evidenze internazionali stimano fino a 14 euro di ritorno per ogni euro investito in sanità preventiva. Nonostante ciò, nel 2024 solo il 5,6% della spesa sanitaria pubblica è stato destinato alla prevenzione (7,7 miliardi su 137,4). Il rapporto invita a potenziare screening, vaccinazioni, accesso tempestivo a terapie innovative, sviluppare percorsi di invecchiamento attivo e favorire modelli organizzativi e tecnologici che supportino la continuità della cura.  vs  valeria.santoro@mfnewswires.it  fine    MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)