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Lavoro: vietati controlli indiscriminati su e-mail aziendali
ROMA (MF-DJ)--Il datore di lavoro non puo' accedere in maniera
indiscriminata alla posta elettronica o ai dati personali contenuti negli
smartphone in dotazione al personale. un comportamento illecito.
Lo ha ribadito il Garante della privacy vietando a una multinazionale
l'ulteriore utilizzo dei dati personali trattati in violazione di legge.
La societa' potra' solo conservarli per la tutela dei diritti
in sede giudiziaria. Nel disporre il divieto l'Autorita' ha affermato che
il datore di lavoro, pur avendo la facolta' di verificare l'esatto
adempimento della prestazione professionale ed il corretto utilizzo degli
strumenti di lavoro da parte dei dipendenti, deve in ogni caso
salvaguardarne la liberta' e la dignita', attenendosi ai limiti previsti
dalla normativa. La disciplina di settore in materia di controlli a
distanza, inoltre, non consente di effettuare attivita' idonee a
realizzare, anche indirettamente, il controllo massivo, prolungato e
indiscriminato dell'attivita' del lavoratore. I lavoratori, poi, devono
essere sempre informati in modo chiaro e dettagliato sulle modalita' di
utilizzo degli strumenti aziendali ed eventuali verifiche.
La vicenda nasce dal reclamo di un dipendente che si era rivolto al
Garante lamentando un illegittimo trattamento effettuato da una
multinazionale, che avrebbe acquisito informazioni anche private contenute
nella e-mail e nel telefono aziendale, sia durante il rapporto
professionale sia dopo il suo licenziamento.
Dai riscontri effettuati dall'Autorita' sono effettivamente emerse
numerose irregolarita'. La societa', ad esempio, non aveva adeguatamente
informato i lavoratori sulle modalita' e finalita' di utilizzo degli
strumenti elettronici in dotazione, ne' su quelle relative al trattamento
dei dati. Aveva poi configurato il sistema di posta elettronica in modo da
conservare copia di tutta la corrispondenza per ben 10 anni, un tempo non
proporzionato allo scopo della raccolta. Esisteva anche una procedura che
consentiva alla societa' di accedere al contenuto dei messaggi che, in
linea con la policy aziendale, potevano avere anche carattere privato. E'
inoltre emerso che la societa' continuava a mantenere attive le caselle
e-mail fino a sei mesi dopo la cessazione del contratto, senza pero' dare
agli ex dipendenti la possibilita' di consultarle o, comunque, senza
informare i mittenti che le lettere non sarebbero state visionate dai
legittimi destinatari ma da altri soggetti.
Nel corso dell'istruttoria e' stato accertato inoltre, che il titolare
poteva accedere da remoto - non solo per attivita' di manutenzione - alle
informazioni contenute negli smartphone in dotazione ai dipendenti (anche
privatissime e non attinenti allo svolgimento dell'attivita' lavorativa),
di copiarle o cancellarle, di comunicarle a terzi violando i principi di
liceita', necessita', pertinenza e non eccedenza del trattamento. Il
Garante ha disposto l'apertura di un autonomo procedimento per verificare
l'applicazione di eventuali sanzioni amministrative.
pev
(fine)
MF-DJ NEWS
18:48 17 feb 2017
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